Sgl Carbon, in tre interessati all’acquisto, ma la multinazionale non scopre le carte
NARNI – Chiederanno un incontro ai liquidatori di Sgl Carbon la prossima settimana e intanto lunedì mattina le sigle sindacali che fanno capo a Cgil, Cisl e Uil, si ritroveranno intorno a un tavolo per fare il punto della situazione sul sito di Narni e sulle altre vertenze del comparto chimico ancora aperte nel Ternano con un occhio d’attenzione rivolto, in particolare, alla vendita delle aree Basell. Una riunione che servirà a riannodare i fili dopo la pausa estiva. L’unica novità di questo mese di agosto è stata la sollecitazione a Sgl Carbon da parte di Narni Carbon, cordata locale che ha manifestato interesse all’acquisizione dello stabilimento, affinché la multinazionale mostri quei dati che nei mesi scorsi si era impegnata a fornire. Le altre due manifestazioni di interesse sono arrivate dall’argentina Transclor e dal gruppo veneto Morex Italia. Dopo una serie di rinvii e con il prossimo appuntamento fissato al ministero dell’Industria ormai alle porte, pare che la multinazionale tedesca abbia deciso di “scavalcare” le istituzioni per andare a una contrattazione diretta a Milano con i tre ipotetici acquirenti. Un’indiscrezione questa tutta da confermare. Il dato certo è che i sindacati spingeranno per trovare una soluzione entro il 31 dicembre, data in cui scadrà la cassa integrazione per i lavoratori, mentre la cordata locale Narni Carbon sollecita l’intervento di tutti (istituzioni e sindacati in primis) per uscire da una situazione di stallo.
Riguardo al sito di Narni, va sottolineata la sua strategicità. Si tratta dell’unico dei 13 impianti al mondo, ubicato sul territorio nazionale, che produce elettrodi ritenuti fondamentali per la filiera degli acciai prodotti da forni elettrici.
Sul fronte sindacale, l’altra importante partita ancora aperta resta quella della vendita delle aree della Basell. E’ tutto bloccato da tempo. I sindacati vogliono intervenire già dalle prossime settimane per cercare di imprimere un’accelerazione alla conclusione della vicenda che si è arenata alla richiesta di Basell di 12 milioni di euro, e all’offerta del gruppo, che vede coinvolte tra l’altro la Regione e Novamont, che ne ha proposti 5.