Sollecito, l’ingegnere pugliese dopo i processi pensa alla politica

PERUGIA – Nuova vita per i protagonisti dell’omicidio Meredith, la cui sentenza di condanna è stata annullata senza rinvio dalla Corte di Cassazione. Amanda Konx adesso fa la giornalista presso il West Seattle Herald, quotidiano locale di Seattle, la sua città. Ad offrirle il posto è stato il direttore del giornale, Patrick Robinson, per darle l’occasione di tornare alla vita normale. “Le abbiamo semplicemente chiesto quello che chiederemmo a una qualsiasi persona della sua età e nella stessa fase”, ha detto Robinson al Daily Beast. “Amanda – ha aggiunto – è molto intelligente, capace ed è una giornalista altamente qualificata. Ne ha passate tante, è molto interessata al lavoro ed è facile lavorare con lei”.

Sotto i riflettori invece Raffaele Sollecito. L’ingegnere pugliese ha pubblicato da poco il suo libro, “Un passo fuori dalla notte”, nel quale racconta la sua esperienza dietro le sbarre.  In una recente intervista al Corriere della Sera ha poi raccontato i suoi ultimi progetti, lavorativi e personali. Oggi ha 31 anni, vive a Bisceglie con Francesco e Mara, il padre e sua moglie. “Con loro trascorro i momenti più sereni. Il bacio di papà al mattino, Mara che mi dice che le mie cose sono pulite e stirate nei cassetti. La normalità. Finalmente libero di uscire e vivere come i ragazzi della mia età”, racconta Sollecito al giornalista, a cui mostra il cimitero in cui è sepolta la madre. Sollecito ha vinto un bando della Regione Puglia per le nuove iniziative di impresa riservato agli under 35 disoccupati. Ha avuto 66mila euro per tre anni, la metà a fondo perduto, per un portale online con una app, “una sorta di social network che nasce anche per la commemorazione dei defunti. Mi era venuto in mente quando ero in prigione a Terni  – ha detto – e pensavo a mia madre: non poter andare sulla sua tomba, essere così lontano da lei mi faceva stare male. È nata allora l’idea di Memories, una società a responsabilità limitata semplificata, ed è subito piaciuta al professor Alfredo Milani, il mio angelo custode”. La sede dell’azienda di Sollecito è vicino ad un bar, ancora un cantiere. Tra dieci anni si immagina sposato, con un numero indefinito di figli e una società di successo”.

Raffaele sta iniziando anche un cammino politico. Si è iscritto infatti al Partito radicale, “perché credo nelle loro battaglie e vorrei che non ci fossero altre vittime come me. Non ho ancora chiesto il risarcimento, con i miei avvocati stiamo studiando il modo per far sì che chi ha sbagliato si assuma le sue responsabilità. Ho letto che avrei diritto a un risarcimento di 500 mila euro: questa cosa mi fa sorridere amaro, perché la mia famiglia tra legali e perizie ha speso più di un milione e 300 mila euro”. Ha partecipato al congresso del partito a Chianciano e ha colpito con un intervento appassionato. Si è scagliato pesantemente contro il sistema carcerario italiano: “Rende dei vegetali – ha detto –  perché esistono condizioni assurde e inumane, ed è una scuola di reclutamento per la mafia”.

Sollecito ha criticato non solo il momento della detenzione ma anche il “dopo”: “I detenuti, quando escono, si ritrovano isolati nella società – ha spiegato – Non ci sono politiche di reinserimento. Durante la detenzione si è abbandonati e, una volta usciti, il detenuto non ha alcuna possibilità di affacciarsi a una società che lo rifiuta”.

Sullo sfondo di tutto ciò restano i processi e gli anni delle inchieste, che però non hanno chiuso gli interrogativi sull’omicidio di Meredith. Le sentenze definitive sono due, quella della Cassazione su Sollecito e la Knox e quella sull’ivorano Guede, condannato per concorso in omicidio non si sa con chi. Le indagini sono state piene di “defaillance investigative” come detto dalla Cassazione, e questo non ha certo aiutato alla chiarezza.

 

 

 

 

 

 

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