Stroncone, il sindaco: “Bastava semplicemente fare il proprio dovere”. Uno degli arrestati da poco assunto
STRONCONE – A ventiquattro ore dalla bufera, Stroncone prova a lasciarsi alle spalle la brutta vicenda degli assenteisti. Oggi la piccola edicola del paese è presa d’assalto dai residenti che fanno a gara per leggere la cronaca dai giornali. “Quando ho sentito al Tg5 la notizia sono rimasta di stucco” commenta così una signora che fino a poco tempo fa lavorava in comune. Nella piazza di Stroncone un gruppetto di anziani seduti al bar commenta a bassa voce la vicenda. Quando vedono un giornalista girare per il paese chiudono ogni ragionamento. A Stroncone, soprattutto quelli più aventi con l’età, non hanno molta voglia di parlare. Ad uno di loro esce però una battuta: “Prima o poi era inevitabile che ci mettessero le mani”.
Il sindaco Alberto Falcini non rilascia dichiarazioni ufficiali, anche perché l’umore non è dei migliori. Sa bene che il piccolo comune alle porte di Terni è particolarmente scosso. Si limita ad aggiungere che “uno degli arrestati sta per andare in pensione, mentre un altro ha vinto un concorso di recente”. Tutti gli altri lavorano da 15 anni in comune. Ricorda il primo cittadino che i 7 dipendenti dell’autoparco comunale erano già lì quando lui è stato eletto. Poi commenta amaramente: “Se avessero fatto il loro lavoro Stroncone lo avremmo trasformato in un gioiellino”. Nel palazzo comunale nessuno degli impiegati vuole commentare i fatti. Il clima è pesante, le facce sono scure e ognuno cerca di non farsi coinvolgere nella vicenda. Del resto un caso così eclatante in un piccolo comune come Stroncone rappresenta un vero e proprio terremoto. Man mano che passano le ore la vicenda degli assenteiste assume contorni sempre più chiari. Gli arrestati timbravano il cartellino segnatempo poi se ne andavano al bar o a fare la spesa o a svolgere commissioni personali. Le indagini sono iniziate a dicembre e si sono concluse all’alba di ieri con il rumoroso blitz dei carabinieri con l’accusa di truffa aggravata e continuata in concorso tra loro. Sembra che in qualche caso uno dei sette timbrava il cartellino per uno o più colleghi senza che questi si recassero al lavoro. Dopo la denuncia presentata dal sindaco Alberto Falcini i carabinieri di Terni, coordinati dal sostituto procuratore Elisabetta Massini, hanno iniziato le indagini pedinando gli indagati, utilizzando anche intercettazioni video. Un atteggiamento, quello degli arrestati, che andava avanti da molto tempo e che non sarebbe cessato nemmeno dopo i richiami fatti dal sindaco. Per questo il procuratore capo della Repubblica Alberto Liguori ha parlato di un normale modus operandi degli operai dell’autoparco.
Ora è la volta degli avvocati difensori che in queste ore stanno guardando i primi atti notificati ai loro assistiti. Saranno interrogati tra domani e sabato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Terni Maurizio Santoloci insieme al pm Elisabetta Massini. Non sarà facile per i 7 operai del comune di Stroncone smontare l’impianto accusatorio della Procura.
Stroncone, il paese sotto choc
Gli arrestati inchiodati da intercettazioni video e pedinamenti
Arrestati sette operai del Comune