Strutture anziani e disabili, la Regione detta nuove regole. Barberini: “Più qualità e sicurezza”
È iniziata stamani, a Villa Umbra, la partecipazione sul nuovo Regolamento regionale, preadottato dalla Giunta regionale, che detta norme in Umbria sul fronte della sicurezza, dell’organizzazione, delle risorse umane e tecnologiche delle strutture sanitarie e sociosanitarie residenziali e semiresidenziali per post acuti e per persone non autosufficienti, disabili adulti e minori, malati terminali. All’iniziativa, presente l’assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, hanno partecipato oltre cento persone fra operatori sanitari, professionisti, gestori di strutture, rappresentanti del terzo settore e del mondo dell’associazionismo impegnati sul fronte della disabilità e della non autosufficienza.
“Era necessario – ha detto Barberini – dotare l’Umbria di un nuovo Regolamento su questi temi per garantire prestazioni di maggiore qualità e dare risposte più adeguate ai bisogni delle persone più fragili. Dal confronto con tutti i soggetti interessati, e con quanti vivono ogni giorno la realtà della disabilità, ci aspettiamo di arrivare a definire un documento condiviso ed efficace. Il testo preadottato dalla Giunta regionale è una base di partenza, rispetto alla quale auspichiamo contributi significativi per arrivare ad adottarlo in via definitiva entro il prossimo mese di giugno, per poi ridefinire le rette delle strutture, ferme ormai da tredici anni”.
Nel corso dell’incontro, presenti anche il direttore della Sanità regionale Walter Orlandi e tecnici dell’assessorato alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, è stato sottolineato che “le nuove regole riguarderanno sia le strutture pubbliche sia quelle private, che dovranno adeguarsi a nuovi requisiti aggiuntivi fissati dalla Regione, oltre a quelli minimi stabiliti al livello nazionale”.
“Si tratta – è stato spiegato – di nuove disposizioni per tutte quelle realtà che si occupano del ricovero, dell’accoglienza e della riabilitazione di persone non autosufficienti, con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali, come ad esempio le Residenze sanitarie assistite, le strutture sanitarie residenziali Alzheimer, le strutture residenziali e semiresidenziali per anziani, i centri socio-riabilitativi e le comunità alloggio per adulti e minori con disabilità, le Speciali unità di accoglienza permanente (Suap) per persone in stato vegetativo, le realtà come gli hospice, dedicate all’assistenza di malati in fase terminale della vita”.
“In pratica – ha evidenziato Barberini –, a distanza di circa quindici anni dal precedente Regolamento, abbiamo disciplinato in maniera più puntuale la delicata materia delle strutture sanitarie e sociosanitarie per persone non autosufficienti, con l’obiettivo di innalzare il livello qualitativo delle prestazioni e delle strutture”.