Tagina, posti di lavoro a rischio per mancata applicazione degli strumenti nazionali
PERUGIA – “La Regione Umbria ha fin dall’inizio della crisi seguito attivamente il complesso delle vicende che hanno riguardato e riguardano Tagina Ceramiche d’Arte Spa ed è tutt’ora impegnata a sostegno dei lavoratori ed a supportare lo sviluppo dell’azienda.” Lo afferma una nota dell’assessore allo sviluppo economico ed al lavoro Fabio Paparelli
“Il Tavolo regionale con la partecipazione dell’azienda, delle organizzazioni sindacali, del Comune di Gualdo Tadino ha operato per molti mesi già a partire dal 2016, consentendo grazie al senso di responsabilità di tutte le parti, nonostante la procedura di concordato in corso, il passaggio dell’azienda alla nuova proprietà Saxa Gress che ha presentato anche alle istituzioni nazionali e locali ed ai sindacati un Piano di sviluppo di estremo interesse e con prospettive di consolidamento delle attività nello stabilimento gualdese.”
“La Regione Umbria – ha proseguito Paparelli – ha inteso supportare, nell’ambito delle attività istituzionali, il percorso di rilancio dell’azienda nel contesto delle politiche attive del lavoro finalizzate al sostegno delle aziende e dei lavoratori colpiti da rilevanti crisi industriali, affiancando alle misure previste dalla normativa nazionale specifiche attività finanziate con il piano delle politiche attive del lavoro 2018 prevedendo azioni per complessivi 750 mila euro destinati alle imprese che ricadono nell’ambito delle previsioni normative che, come noto, prevedono uno specifico regime derogatorio alla disciplina generale per le imprese che occupano oltre 100 dipendenti, attraverso formazione continua dei percettori di ammortizzatori, al fine di rafforzare la possibilità di rientro nell’azienda in cui operano, oppure favorire il ricollocamento in altre realtà industriali del territorio. Nel caso di Tagina, in particolare, è stato sottoscritto un pre-accordo, come previsto dalla normativa, lo scorso 7 giugno tra azienda, sindacati e Regione con cui la Regione ha concordato con le parti il piano di politiche attive da attuare in esito alla richiesta di Cassa integrazione straordinaria avanzata dall’azienda al Ministero del Lavoro, cui in via esclusiva compete la concessione degli ammortizzatori sociali”.
“Al mancato avvio della procedura, sulla base dell’istanza di Tagina da parte del Ministero, hanno fatto seguito corrispondenze, incontri tecnici presso il Ministero, oltre che interventi in sede politica per rappresentare tutta la delicatezza della situazione rispetto all’occupazione in un area come quella della dorsale appenninica già duramente provata dalla crisi della Merloni. Accanto a ciò – prosegue l’assessore – un contributo ulteriore alla possibile soluzione della vicenda, che abbiamo adeguatamente motivato e sottolineato nelle competenti sedi ministeriali, potrebbe essere rappresentato dall’estensione dell’applicazione delle deroghe previste dalla normativa in tema di durata massima dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria nelle aree di crisi complessa riconosciute ai sensi dell’articolo 27 del decreto legge 83/2012 anche alle aree di crisi interessate da accordi stipulati ai sensi della previgente disciplina di cui alla legge 99/2009 di cui l’accordo di programma della Merloni è l’unico esempio a livello nazionale”. “Non è accettabile – conclude Paparelli – che decine di posti di lavoro siano a rischio a fronte di normative e strumenti nazionali che adeguatamente dotati di risorse finanziarie, e quindi senza costi aggiuntivi per il bilancio statale, non riescano a trovare applicazione in un caso come quello di Tagina”.