Tassa di soggiorno, la Federalberghi dice no. Incontro degli operatori a Passignano
PASSIGNANO – “Non è vero che non ci sono alternative alla introduzione di nuove tasse per ripianare i bilanci delle amministrazioni comunali. Bisogna solo cercarle. Tentando di superare quella mentalità più che radicata, ma ormai inaccettabile, secondo la quale alle esigenze di cassa si risponde introducendo nuovi balzelli”.
Vincenzo Bianconi, presidente Federalberghi Confcommercio della provincia di Perugia, interviene sul tema dell’imposta di soggiorno, che alcuni Comuni umbri stanno pensando di introdurre, e che è stato al centro di un incontro promosso dall’amministrazione comunale di Passignano.
All’incontro ha partecipato un folto gruppo di imprenditori del settore alberghiero ed extralberghiero, assieme a responsabili Federalberghi, per affermare la contrarietà all’ipotesi di introdurre nell’area l’imposta di soggiorno e la piena disponibilità a trovare soluzioni alternative, meno dannose per il turismo e l’economia del territorio.
“Siamo convinti che in moltissime amministrazioni ci siano margini per razionalizzare le spese pubbliche e recuperare inefficienze. Magari – aggiunge il presidente di Federalberghi – anche per rispettare gli impegni che molti sindaci si sono assunti nel corso delle rispettive campagne elettorali, promettendo tagli alle tasse. Su questo fronte, invece, non si fa un passo in avanti: alla richiesta di tagliare tasse e tariffe che pesano come macigni sulle imprese e i cittadini, le amministrazioni rispondono con nuove tasse. Così non si va da nessuna parte”.
“E non ci vengano a raccontare – puntualizza ancora Vincenzo Bianconi – che i soldi che arriverebbero con l’imposta di soggiorno saranno dirottati su iniziative per il turismo. Stiamo vedendo cosa succede a Roma – città che impone al turista una altissima imposta di soggiorno – dove gli albergatori hanno denunciato uno stato di degrado addirittura imbarazzante. E non ci risulta che altrove ci siano esempi virtuosi in questo senso. I Comuni incassano e stop. Lo stesso ministro del turismo Dario Franceschini ha detto che per quanto riguarda la tassa di soggiorno, ‘Parlamento e governo dovranno davvero fare un ragionamento di modifica legislativa insieme”.
“Noi siamo più che disposti a collaborare con le amministrazioni comunali – continua Bianconi – Ma se intendono affidarci il ruolo di sostituti d’imposta, devono convocarci prima di assumere decisioni suicide per il turismo, e non a cose fatte. L’abbiamo detto più volte: introdurre l’imposta di soggiorno è una scelta sbagliata sotto tutti i punti di vista. Impossibile da spiegare, tra l’altro, ai turisti e tour operator in questo momento dell’anno, quando sono state già presentate offerte commerciali specifiche per il nostro territorio, che non comprendevano l’imposta di soggiorno. I costi per la destinazione Umbria non possono lievitare da un giorno ad un altro, specie in una fase economica così delicata e specie con una competizione così pressante, per effetto della quale anche 50 centesimi fanno la differenza e spostano i flussi da un territorio ad un altro. I Comuni umbri – conclude – non possono assumere questo tipo di decisioni senza curarsi dell’impatto negativo che l’incremento della pressione fiscale produce sul settore turismo, uno dei pochi in grado di contribuire allo sviluppo dell’economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro”.