Terni, il grido d’allarme della Fismic: “Aumenta la Cassa integrazione, territorio in profonda crisi”
TERNI – “L’aumento dell’utilizzo della cassa integrazione, collocando la nostra provincia al 1° posto in Italia, ci mostra un territorio in profonda crisi che richiede a tutti, a partire dalle istituzioni locali, un più consistente impegno”.
Lo dice il direttivo provinciale della Fismic che si è riunito per analizzare e discutere del perdurare della crisi nel territorio ternano.
La Fismic ricorda che tra il 2014 e il 2015, le ore di cassa integrazione a Terni sono aumentate del 32,7%. Numeri addirittura allarmanti per la cassa integrazione straordinaria: +136.1%.
“Dati che non lasciano spiragli – dice la Fismic – per parlare di “ripresa economica”. Preoccupazione anche per ciò che potrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi in tema di ammortizzatori sociali, la nuova cassa integrazione subirà forti limiti sia per la durata (massimo 24 mesi in 5 anni) sia per l’effetto indotto dall’alto costo che un’azienda, peraltro in crisi, dovrà sopportare in termini economici (ticket di accesso). Tutto questo, appunto, in un quadro economico – continua la Fismic – ancora incerto potrebbe indurre molte imprese a rinunciare a ristrutturarsi per ripartire e procedere per la strada, socialmente grave, della riduzione parziale o totale di personale”.
Il direttivo provinciale ha espresso inoltre preoccupazione per quanto è emerso nell’incontro di verifica dell’accordo del 3 dicembre 2014 TK-AST svoltosi al Mise.
La Fismic ricorda che: “Il rappresentante della ThyssenKrupp, Peter Sauer, pur confermando l’impegno della multinazionale tedesca sul sito di Terni, ha affermato, smentendo le dichiarazioni fatte nel mese di dicembre dall’attuale AD, che la “ristrutturazione non è stata ancora completata”, anche in prospettiva dell’incertezza sulla normativa antidumping europea. Nell’incontro già previsto entro la fine del mese di maggio con il nuovo amministratore delegato di Ast sarà dunque necessario verificare le reali prospettive di medio e lungo termine del sito siderurgico ternano, anche rispetto all’annunciato “piano B” eventualmente da attuare sulla base dell’evoluzione delle normative antidumping, ed i tempi di realizzazione del progetto per il recupero delle scorie di lavorazione”.
Il direttivo provinciale auspica che al prossimo incontro al Mise previsto per la fine di maggio, si possa avviare una discussione più approfondita e concreta sulle prospettive produttive di Ast e più complessivamente in merito al rilancio del tessuto economico di Terni.