Terni, il pm: “Legalità a rischio”, il sindaco: “Parole sorprendenti, la città è libera”
TERNI – Non sono andate giù le dichiarazioni del pubblico ministero Elisabetta Massini che in un incontro con gli studenti del liceo Angeloni, due giorni prima di Natale ha sostenuto che Terni non è una città libera, che la mafia sia vicina – non soltanto geograficamente – e che non sia normale avere tre inceneritori in una città in cui c’è già un polo siderurgico.
A riportare l’intervento del pm era stato il Giornale dell’Umbria. Il pubblico ministero aveva detto che: “La nostra è una città che ha mille problemi e anomalie degne di essere approfondite. È una città di gomma, in cui non si risolve mai nulla e in cui ci sono equilibri stranissimi ed incomprensibili”. “L’intimidazione non ha targa geografica, si è diffusa ed è ovunque ‘io non sono libero’. E in questa città c’è mancanza di libertà”. L’esempio è quello di un imprenditore che magari “si ritrova a contrastare qualcosa che non va, ma poi non ha più commesse o materie prime”.
Parlando della gestione dei rifiuti, Massini ha aggiunto che: “C’è necessità di un’attenzione molto forte. Ritengo che non sia normale che una città che ha già un polo siderurgico come quello di Thyssen abbia tre inceneritori, si incontrano difficoltà a capire cosa viene bruciato”. Infine, unica nota positiva, l’istituzione in Comune del Nucleo operativo anticorruzione frutto della legge Severino, che per Massini “è una cosa bellissima, ottima, inaspettata in questa città. Il controllo dall’interno dei tecnici è una funzione essenziale per vedere le anomalie”.
A replicare al Pm è il sindaco Di Girolamo che respinge le critiche. E a lui fa eco l’assessore alla cultura Armillei.
“Le considerazioni del sostituto procuratore della Repubblica Elisabetta Massini, enunciate nel corso di un incontro con gli studenti del liceo Angeloni, sui temi della legalità e della corruzione, suscitano – dichiara il sindaco Leopoldo Di Girolamo – una qualche sorpresa. In primo luogo condivido in pieno le parole pronunciante dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio al Csm, quando invita i magistrati a tenere comportamenti ispirati a discrezione, misura ed equilibrio. In secondo luogo – continua il sindaco – pur con la consapevolezza che ogni città è a rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, e Terni lo è anche di più per la vicinanza geografica a Roma e per la presenza di una casa di reclusione che ospita detenuti sottoposti al 41 bis, nelle innumerevoli riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza dedicate a questo tema, con la presenza delle massime autorità, non è mai emerso un particolare allarme. I dati sui crimini commessi nella nostra provincia, e diffusi dal questore Belfiore, mostrano un decremento, ormai costante, e un quadro di sicurezza complessivamente buono. E’ in questo contesto che l’Amministrazione Comunale ha sempre fornito la massima collaborazione, ritenendo che le forze dell’ordine e la Procura della Repubblica rappresentino elementi essenziali della tutela di un vivere civile improntato alla legalità e alla sicurezza, quali presupposti imprescindibili dell’ordine democratico e costituzionale”.
“A fronte dei dati e delle analisi finora diffuse – continua il sindaco – se vi fossero invece elementi probanti diversi, che non sono a conoscenza dell’amministrazione comunale, si dovrebbe procedere celermente ad evidenziarli ed ad assumere tutti i provvedimenti del caso, come si è fatto recentemente a Perugia, dando certezze e serenità alla città. Affermare, poi, che a Terni ci sia mancanza di libertà, mi sembra del tutto fuori luogo. Da anni il dibattito cittadino vede la presenza di tutte le opinioni, anche le più disparate, che interessano tutti i temi, ad iniziare da quelli della pubblica amministrazione. In un quadro decisamente pluralista qualunque forza politica, qualunque associazione, qualunque rappresentante politico, ma anche qualunque cittadino, ha trovato spazio e modo per divulgare la propria opinione o per esercitare il diritto di critica. Il sottoscritto – aggiunge il sindaco – nella piena convinzione che l’articolazione del pensiero, sia una delle grandi risorse di Terni, non si è mai sottratto al confronto e solo in un’occasione, quando il diritto di critica era, a mio parere, trasceso nella menzogna e nell’offesa personale, ha fatto ricorso alla magistratura per chiedere che venisse ripristinata la verità delle cose. Per quanto attiene la libertà di impresa, tutte le rilevazioni specifiche, compiute da soggetti esterni, mettono Terni in posizioni oltremodo soddisfacente”.
“Se pur tuttavia – scrive in conclusione il sindaco – ci sono elementi specifici diversi credo che sia opportuno metterli a disposizione di tutta la città e di tutte le autorità, in maniera tale da poter disporre le contromisure necessarie. Riguardo alla questione degli inceneritori, infine, vorrei ricordare che quello Asm, a suo tempo posto sotto sequestro dalla magistratura, è stato disattivato in seguito ad una decisione politica e amministrativa assunta dal sottoscritto nel 2009; che quello ex Printer attualmente non è in funzione e che quella della soc. Sao, recentemente ammodernato, è fornito di regolare autorizzazione Aia fino al 2016, oltre al fatto, non secondario dal punto di vista ambientale, che bruci pulfer di cartiera”.
A stretto giro di posta arriva anche la presa di posizione dell’assessore alla cultura Giorgio Armillei che concorda “pienamente con le dichiarazioni del sindaco a proposito dei giudizi espressi da Elisabetta Massini sulla città. Terni vive le contraddizioni e le difficoltà di tutte le città medie del paese. Allo stesso tempo può vantare ancora tutte le caratteristiche di una città: la libertà del dibattito pubblico, la presenza di soggetti e di forze che vogliono cambiare e riprendere a crescere, l’ansia per la ricerca faticosa di un nuovo modello di città che integri e superi quello di città industriale ormai consegnato alla storia del novecento. La stessa vertenza dell’Ast – dice l’assessore Armillei – ha rappresentato una città reattiva e pluarilista. Senza questa città quella fabbrica non avrebbe tenuto. Nessuna anomalia dunque. Semmai l’anomalia è quella delle esternazioni di pubblici ministeri che, da parti del processo penale, finiscono con l’atteggiarsi a giudici super partes della vita pubblica. Le parole recenti del Presidente Napolitano di fronte al Csm dovrebbero costituire a questio proposito un punto di riferimento per tutti.
Come anomala appare ai più l’azione anti corruzione del Nop del Comune di Terni, tutta sbilanciata verso una logica ispettiva e investigativa. In realtà la legge assegna obiettivi preventivi e correttivi alle azioni anti corruzione che le pubbliche amministrazioni debbono autonomamente sviluppare al loro interno. Obiettivi – continua l’assessore – che possono essere raggiunti con molteplici strumenti: facendo crescere la trasparenza dei procedimenti decisionali, aumentando il confronto concorrenziale tra i fornitori, riducendo la sfera di azione delle stesse pubbliche amministrazioni a vantaggio della collaborazione dei privati per la cura di interessi generali secondo i principio di sussidiarietà, facendo ruotare sistematicamente gli incarichi delle posizioni dirigenziali all’interno dell’amministrazione comunale. L’investigazione e l’ispezione – conclude Giorgio Armillei – sono strumenti repressivi che spettano ad altri pubblici poteri. La giudiziarizzazione della vita pubblica e della vita politica è una tendenza del nostro sistema che va sicuramente corretta.”