Terni, piano di rientro Palazzo Spada: pronta la norma “Salva – Di Girolamo” del Governo. Vertice di maggioranza sulle modifiche

TERNI –  E’ gia’ scritta e sta per essere presentata, con un emendamento del Governo sulla legge di Bilancio 2018, la norma che potrebbe salvare il piano di rientro del Comune di Terni. L’ultimo passaggio sarebbe avvenuto ieri l’altro al Ministero dell’Interno, al termine della Conferenza Stato-Città presieduta dal Sottosegretario Gianpiero Bocci. La riformulazione concordata tra Ministero dell’Interno e Ministero dell’ Economia prevede che gli enti locali che hanno presentato il piano di riequilibrio pluriennale o ne hanno conseguito l’approvazione , possono rimodulare o riformulare il piano entro il 31 luglio 2018.

Per i Comuni che non hanno deliberato il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, previsto dal decreto legislativo 118 del 2011, provvedono contestualmente all’approvazione del rendiconto 2017, al riaccertamento dei residui al 31 dicembre 2017 provenienti dalla gestione 2014 e precedenti. L’eventuale maggiore disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario è ripianato in quote costanti entro l’esercizio 2044, secondo le modalità previste dal decreto del Mef 2 aprile 2015. Novità assai importanti ci sarebbero anche sulla durata del piano di riequilibrio.

Le modifiche concordate prevederebbero che la durata attuale (massimo dieci anni) sarebbe sostituita con “compresa tra quattro e venti anni “. Il Governo dovrebbe presentare l’emendamento lunedi prossimo alla Commissione Bilancio della Camera presieduta dall’ On.Francesco Boccia. Intanto il piano di rientro sarà modificato anche per il risparmio di 2 milioni e 700 mila euro previsto dalla raccolta differenziata. Sara’ utilizzato per l ‘ abbassamento della Tari e per venire incontro alla popolazione con esenzione per l’ addizionale Irpef.

Il documento manterrà dunque lo stesso impianto, ma si andrà ad un aggiornamento. Ok alla vendita delle farmacie, in consiglio lunedì, e ok anche alle alienazioni tramite Ater. In più c’è il ricorso al fondo di rotazione spalmato su cinque anni.

Fondi che dovrebbero arrivare a giugno. Una scadenza alla quale Palazzo Spada spera di presentarsi con i conti in ordine, così da poterne uscire il prima possibile. Intanto però aumenteranno le imposte. Sicuramente Imu e Tasi per le seconde e terze case affittate e per i proprietari dei capannoni industriali, categoria D. Non cambia l’addizionale Irpef e neanche la soglia di esenzione, che era stata portata a 12mila euro.

Parallelamente c’è la partita dei debiti fuori bilancio. Attualmente ammontano a 6,5 milioni di euro ma, a differenza dei ‘suggerimenti’ del M5S, non possono essere riconosciuti perché non ci sono i soldi per poterlo fare. Nel momento in cui il fondo di rotazione arriverà, è possibile anche che la cifra uscita dalla ricognizione possa scendere.

E sul cronoprogramma, il piano di rientro 2.0 dovrebbe approdare in aula il 20, il 21 e il 22 dicembre. Sotto l’Albero.

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