Terni, protesta dei sindacati sotto Palazzo Spada

TERNI – Accoglienza a sirene spiegate, quella di lunedì pomeriggio da parte della FP Cgil e Uil  Fp, Cgil. Il consiglio comunale è anticipato dalla protesta incalzante di un centinaio e più di cittadini.C

’erano lavoratrici e lavoratori della cooperazione sociale, ma anche educatrici pubbliche, genitori, associazioni e semplici cittadini. Il grido d’allarme che si solleva è per dire basta ai tagli al welfare e ai servizi pubblici, che poi coincidono anche con tagli all’occupazione di chi quel welfare e quei servizi li garantisce concretamente.

“Abbiamo manifestato qui per sensibilizzare il sindaco e tutta l’amministrazione comunale rispetto all’importanza di mantenere servizi che hanno rappresentato e rappresentano un fiore all’occhiello per Terni – ha detto Giorgio Lucci, segretario generale della Fp Cgil di Terni intervenendo al presidio – Una manifestazione non contro qualcuno, ma per la difesa del lavoro e dei servizi socioeducativi della nostra città, nella consapevolezza che ogni ora di lavoro tagliata è un’ora di welfare in meno per i cittadini”.

Al termine del presidio, molto partecipato – che ha visto la presenza anche del comitato “Chiediamo Asilo” di Amelia, Comune in cui l’unico asilo nido comunale è stato chiuso dall’attuale amministrazione – una delegazione di Fp Cgil e Uil Fpl è stata ricevuta in Comune. “Il sindaco ci ha assicurato che in settimana saremo convocati dall’assessore competente – ha spiegato ancora Lucci – per confrontarci e arrivare ad un verbale d’intesa che garantisca i nostri obiettivi, ovvero il mantenimento dei servizi pubblici del comune di Terni e quindi del lavoro che garantisce questi servizi. Noi – conclude Lucci – vigileremo, valuteremo le proposte, e se ci sarà bisogno, saremo di nuovo in piazza”.

Intanto il sindaco a pochi minuti dall’avvio del consiglio esordisce con una durissima nota contro l’attacco mosso dai grillini.

“La riduzione consistente del numero degli assessori – dichiara il sindaco Leopoldo Di Girolamo – è un segnale di sobrietà, funzionalità, armonizzazione delle deleghe che ho voluto dare alla vigilia delle comunicazioni sul Piano pluriennale di riequilibrio, un segnale di buon esempio che ritengo sarà apprezzato dalla città nel suo complesso. Oggi si registrano solo alcuni giudizi tranchant che arrivano da una parte dell’opposizione, giudizi rabbiosi in particolare nei confronti degli assessori che sono rimasti. Li ritengo accuse gratuite e prive di ogni fondamenta. Sia gli assessori che hanno lasciato l’esecutivo che quelli che sono rimasti sono persone di ottima levatura morale e amministrativa. Ripeto, la decisione di privarmi di alcuni di loro non è dovuta a una valutazione sull’operato ma alla esigenza di ridurre i costi della politica e di evitare la frammentazione delle deleghe. Ho operato in totale autonomia, ringrazio la maggioranza e il mio partito, perché hanno mostrato grande rispetto per il ruolo del sindaco. Sono sindaci di ben altra appartenenza politica ad essere teleguidati da direttori o studi associati. Ho agito nell’interesse dell’Ente e della città, anche andando oltre al rapporto umano e di stima che in questa esperienza è maturato. Una scelta dolorosa alla quale non mi sono sottratto. Non accetto lezioni dai Cinque Stelle, un movimento che si sta delineando in quasi tutte le città nelle quali è stato chiamato a governare dall’elettorato, per l’incapacità di assumersi le responsabilità di governo, per l’inadeguatezza a gestire gli enti locali in questa fase difficile e persino a comporre una compagine amministrativa. Un movimento che, prendendo i vizi peggiori dei partiti, isola e fagocita i suoi sindaci, ad iniziare da quello di Parma. Non so dire se questa sia la peggiore opposizione della storia democratica del Paese, sicuramente sorprende per superficialità, aggressività, qualunquismo”.

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