Terni, omicidio Bellini: Halan Andriy possessivo e geloso aveva scoperto la relazione della sua ex compagna
TERNI – Tutto inizia quando una pattuglia dei carabinieri di Piediluco nota – il 18 maggio – un grande incendio nella zona boschiva di Palombara, vicino Marmore. L’auto di Sandro Bellini era appena stata data alle fiamme ma dentro il corpo del ternano non c’era.
A seguito di immediate indagini, i crabinieri scoprono che Bellini manca dal lavoro da un giorno. Subito viene lanciato l’allarme della sua scomparsa. 12 giorni di ricerche senza sosta con i sommozzatori da Roma e Genova che perlustrano ogni metro quadro della zona, alla ricerca del corpo del ternano. Nessuna traccia.
Sandro Bellini non si trova. La sorella lancia un appello su Facebook, c’è il terrore che qualcuno gli abbia fatto del male, eppure era una “brava persona”, molto altruista, sempre dedita al lavoro.
I carabinieri intercettano il telefono dell’ucraino. L’utenza – da quanto risulta dalle indagini – di Sandro Bellini è invece presente alle ore 9.08 in località Rancio di Terni (il percorso che poi portra a Marmore) ed infine circa 10 minuti dopo Bellini si trova in località “Moggio” a Terni (dove è stata ritrovata l’auto bruciata).
Le ricerche proseguono fino a quando i carabinieri non rintracciano – aiutati anche dall’unità cinofila – delle macchie di sangue nell’auto del Bellini. Il dna esaminato dal RIS di Roma non pone dubbi, quel sangue è di due persone: Sandro Bellini e Halan Andriy.
L’ucraino è quindi inchiodato dalle tracce ematiche della vittima. Non solo, i carabinieri trovano in casa jeans, scarpe da ginnastica e giubbotto ancora macchiati di sangue, nascosti sotto alcune bottiglie di plastica vuote.
Ma chi è Halan Andriy? Ucraino del 72′ separato in casa con la sua ex compagna. Compagna che da qualche mese intratteneva una relazione con Sandro Bellini. La donna – ha descritto agli inquirenti – un Andriy molto possessivo, geloso ed in passato anche violento, che aveva scoperto la sua relazione con il suo nuovo uomo, tanto che era venuto a conoscenza persino dell’abitazione del ternano.
Inchiodato dalle prove ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti. L’ucraino Halan Andriy, è comparso davanti al Gip del Tribunale di Terni, Simona Tordelli, martedì mattina. Il suo legale, l’avvocato Bruno Capaldini, ha confermato che l’ucraino ha risposto alle domande poste dal Gip. Anche nella giornata di sabato il presunto omicida aveva rilasciato alcune dichiarazioni in merito a quanto accaduto.
Il legale attende l’esito dell’autopsia e delle successive indagine per seguire la procedura del rito abbreviato.
L’autopsia ha evidenziato ferite prodonfe alla testa, probabilmente Bellini sarebbe stato colpito da un oggetto contundente più volte. Nessuna traccia di ferite da arma bianca sul resto del corpo.
Il corpo di Bellini mostrerebbe varie ferite da taglio, ma non è certo che l’arma usata sia un coltello. Sembrerebbe anche che il volto sia stato colpito da un oggetto. Decisivo sarà l’esame autoptico. Le indagini stanno ora seguendo un’altra probabile pista, legata ad un possibile complice che potrebbe aver aiutato l’omicida a trasportare e gettare il corpo nel fiume Velino.
Dopo 12 giorni di attesa, i Carabinieri sono riusciti a chiudere il cerchio intorno alla scomparsa del ternano Sandro Bellini. In manette finisce il presunto omicida Halan Andriy del 72, un ucraino di 44 anni.
Nei suoi confronti la Dott.ssa Simona Tordelli, Gip del Tribunale di Terni, ha emesso un’ordinanza di applicazione di custodia in carcere in relazione ai reati di omicidio, incendio aggravato e occultamento di cadavere.
La misura cautelare in questione ha accolto, ritenendoli fondati, i gravi indizi di colpevolezza raccolti dagli investigatori dell’Arma sotto la guida del Dott. Tullio Cicoria, Sostituto Procuratore della Repubblica di Terni titolare del fascicolo processuale.
Operazioni di recupero del cadavere in corso sulle sponde del fiume Velino. Proprio lì, il presunto omicida ha indicato il luogo dove si troverebbe il cadavere di Sandro Bellini.
L’ucraino avrebbe avuto una relazione, ormai da “separati in casa” con una donna. Quest’ultima sarebbe stata legata sentimentalmente a Bellini. Gli inquirenti accusano l’ucraino di omicidio volontario premeditato, con movente passionale.
I carabinieri prima di arrivare all’arresto, hanno intercettato il cellulare dell’ucraino. Proprio dai tabulati telefonici sarebbero arrivate le conferme alle supposizioni degli inquirenti. Elementi utili ad accertare che c’è un movente passionale dietro la morte del ternano.
Nell’auto di Bellini sono state trovate tracce di sangue, che grazie ai riscontri scientifici, hanno portato direttamente ad identificare il presunto autore dell’efferato gesto. L’ucraino si trova ora rinchiuso nel carcere a Sabbione.
La compgna dell’ucraino che stava frequentando Bellini ha consegnato ai Carabinieri gli abiti gettati dal sospettato. I vestiti, spediti al centro Ris di Roma avevano tracce ematiche sia dell’ucraino che di Bellini.
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