Terni, si dimette il segretario Pd Sara Giovannelli

TERNI – Si è dimessa la segretaria del Pd di Terni, Sara Giovannelli. Una decisione arrivata dopo una serie di brutti risultati elettorali, a partire dal referendum, ma anche dal difficile epilogo della consiliatura di Leopoldo Di Girolamo e del centrosinistra. “Purtroppo – dice la Giovannelli in un lungo intervento pubblicato sulle colonne del Messaggero dell’Umbria – non siamo riusciti a superare le divisioni dettate da esclusivi posizionamenti personali e queste hanno determinato frizioni allo stato non superabili, così come il mancato riconoscimento dell’esito congressuale”.

“Faccio un passo indietro – dice la Giovannelli – per consentire al Pd di farne due avanti auspicando una gestione di confronto ove i valori propri del partito possano ritrovare la loro realizzazione”.

“Apprendo delle dimissioni della segretaria del Partito Democratico Sara Giovanelli – dice il consigliere comunale Alessandro Gentiletti –  Faccio i miei auguri a lei e al suo partito, perché sia davvero l’occasione, come anche lei auspica, per un confronto serio ed utile non solo a quel partito ma anche a tutta la sinistra.  Auguro al PD di sapersi rinnovare e ai suoi giovani dirigenti di prendersi finalmente lo spazio e la voce che meritano. Non vedo l’ora di poter riavviare un dialogo serio e costruttivo. Di poter studiare insieme a loro, ciascuno dalle rispettive posizioni, come allineare gli orizzonti e coniugare le visioni. La sinistra può tornare nuovamente ad essere unita e così protagonista, come effettivamente merita, della vita cittadina. In bocca al lupo!”.

“Le dimissioni della Segretaria del Pd ternano rappresentano finalmente uno spartiacque cruciale per la vita ed il futuro della Sinistra a Terni – dice Valeria Masiello, ex consigliere comunale Pd – In questo ultimo anno, tante persone si sono allontanate dal Partito Democratico; ora, si ha la possibilità di ricostruire, qualora ci sarà un risveglio collettivo. L’analisi politica raccontata dalla ex Segretaria, delinea una situazione locale e nazionale corretta, una situazione dove il Pd e complessivamente la Sinistra, non riescono più a rappresentare i bisogni e le esigenze dei cittadini per innumerevoli motivi che nascono ben al di fuori del nostro Paese. Il mondo ed i suoi problemi sono cambiati e ritengo che se la Sinistra non troverà una nuova formula per contrastare le disuguaglianze, i contrasti sociali tra poveri, l’insicurezza nel lavoro e nella vita quotidiana, ogni sforzo sarà inutile. Come ritrovare unità? Questo dibattito non può limitarsi a spiegare la sconfitta del Pd con “contrasti interni” e “posizionamenti personali”, l’analisi appare quanto meno superficiale, anche se in parte veritiera. Il Pd ha completamente snaturato la sua politica e, dal nazionale a scendere, non è stato diverso. L’idea renziana del non confronto, delle decisioni prese velocemente evitando di consumare passaggi politici fondamentali, l’arroganza di chi non vuole ascoltare, questi sono elementi che hanno accelerato la sconfitta. Gli errori amministrativi delle giunte precedenti, in un contesto nazionale difficile, ovviamente, sono stati decisivi. Il nodo politico, però, non è soltanto vincere un congresso con i numeri, il nodo politico è avere consenso, autorevolezza e capacità riconosciute da una comunità, che quando si sgretola e quando chiede a gran voce un cambio nella dirigenza, va rispettata, come è stato fatto, anche se a mio avviso in modo tardivo, dalla ex Segretaria con le sue dimissioni; ma soprattutto, andrebbe fatta un sana autocritica, elemento totalmente assente nell’analisi della Giovannelli. Sul passaggio riferibile alle classi dirigenti del passato e ai suoi rappresentanti istituzionali, vorrei ad esempio ricordare che con la Segreteria Delli Guanti, il Pd vinse le tornate elettorali amministrative e regionali e che, in seguito, sotto la guida Monti, la segreteria ha riordinato i conti del partito, riuscendo anche a reggere il contesto drammatico del Comune. Sono entrata nel Pd 9 anni fa e mai avevo sentito un disagio così diffuso rispetto al proprio Segretario. Quindi, se è vero che le responsabilità sono di tutti, è anche vero che dare responsabilità solo agli altri conferma la giusta decisione di un passo indietro per farne due avanti. Credo che solo a partire dalla rinascita del Pd, la Sinistra possa avere qualche probabilità di tornare ad essere forte e credibile, evitando elitarismo e aprendosi ai mondi e alle persone, molte deluse, che vogliono, insieme, tornare ad essere un modello di utilità sociale”.

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