Terremoto a Foligno, parlano gli studenti della maxi esercitazione: “Pronti a diventare veri soccorritori”

FOLIGNO – L’esperienza è stata talmente forte e formativa che sono pronti a diventare veri soccorritori. Sono alcuni degli studenti dell’Istituto Tecnico Economico ‘F. Scarpellini’ di Foligno, alcuni di quelli coinvolti nella maxi esercitazione organizzata, il 9 ottobre, dal Centro di selezione e reclutamento nazionale dell’Esercito per far capire alle nuove generazioni, che non hanno vissuto il grave sisma del 1997, cosa accade quando ci si trova di fronte a catastrofi naturali di questo genere. L’operazione è stata molto realistica, con il coinvolgimento di dieci ambulanze, quarantacinque studenti nel duplice ruolo di vittime e soccorritori, quindici ore di formazione extrascolastica, una cinquantina di uomini tra personale medico militare e dell’Usl Umbria 2, dieci unità del corpo dei Vigili del Fuoco e altrettante della Protezione Civile. E poi volontari della Croce Rossa Militare, del 118, della Croce Bianca. La simulazione è durata oltre cinque ore, soccorritori e vittime hanno interpretato con serietà i ruoli loro assegnati, aiutando e facendosi aiutare, simulando svenimenti, amnesie, traumi cranici, fratture scomposte. E questa particolare giornata ha lasciato il segno in molti dei ragazzi che hanno partecipato, tutti diciotteni o quasi, classe 1997, l’anno del terribile terremoto che ha colpito Umbria e Marche, di cui loro hanno sentito parlare solo tramite i loro genitori.
“Sabato era il mio compleanno – commenta Giacomo Bianchini – e sono contento di aver imparato qualcosa di nuovo”. In questo atipico role plaiyng, lui, neodiciottenne, interpretava la parte di un ferito con codice rosso.
“Ho compreso la rilevanza che riveste la tempestività e l’efficacia dei soccorsi”, gli fa eco Silvia Mariani, anche lei nel ruolo di vittima, con tanto di make up cinematografico: “è stata un’esperienza che non dimenticherò più. Ho capito quanto sia importante gestire efficacemente le emergenze”.
Sara Alleori racconta, invece, della sua esperienza di vittima in stato confusionale, un codice verde, che ha richiesto l’intervento di uno dei venti psicologi presenti: “Ho appreso quante risorse vengano impiegate nella gestione delle emergenze. Ho capito, in particolar modo, che c’è bisogno di tutti. Che tutti devono fare la propria parte”.
“Io ho scoperto una vocazione”, dice Riccardo Bibi, nel ruolo di soccorritore. “Mi sono reso conto che mi gratifica molto aiutare il prossimo e sono certo che, alla fine di quest’ultimo anno di scuola, cercherò un lavoro coerente con questa mia attitudine”.
Per Giovanna Carnevali, preside dell’istituto scolastico, è stata “un’esperienza dall’alto valore educativo”. “Credo nella pedagogia del quotidiano, dell’esempio, delle buone prassi in regime di ordinarietà, sottolinea. La maxi esercitazione di sabato ha dato ai ragazzi la possibilità di partecipare attivamente ad un’operazione complessa di organizzazione dei soccorsi, avvicinandoli ad attività di prevenzione e di protezione civile particolarmente significative in un’età che si affaccia alla vita adulta”.

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