Terremoto, in mostra a Siena alcune opere della Valnerina ferita

L’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo venerdì 23 dicembre scorso ha partecipato a Siena all’inaugurazione della mostra “La bellezza ferita, Norcia earthheartartquake, la speranza rinasce dai capolavori della città di S. Benedetto” allestita tra la Cripta sotto il Duomo e il Santa Maria della Scala (nel passato luogo principe dell’accoglienza dei pellegrini, degli infermi, dei bambini abbandonati, degli indigenti, dei senza cibo né tetto) con trentaquattro opere provenienti da alcune chiese della Valnerina crollate o seriamente lesionate dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre. Questa esposizione permetterà la presentazione del territorio della Valnerina e delle sue opere al vasto pubblico che ogni anno raggiunge Siena (circa tre milioni di persone), facendo conoscere al turismo internazionale la drammatica realtà delle zone terremotate, ma anche il forte orgoglio civico del popolo che le abita.

I promotori e gli organizzatori – Diocesi, Opera della Metropolitana, Comune, Civita-Opera – hanno già destinato un contributo economico all’archidiocesi di Spoleto-Norcia per le fasi di restauro e ricostruzione. Inoltre, il progetto intende sensibilizzare persone ed enti per il restauro: l’obiettivo è che per la fine dell’esposizione, il 29 ottobre 2017, diverse opere esposte possano tornare al loro antico splendore. La mostra, che si protrarrà fino al 29 ottobre 2017 – è stata resa possibile grazie alla sinergia tra diocesi di Spoleto-Norcia, proprietaria delle opere, Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo, Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, comune di Norcia.

Ci si potrebbe chiedere come mai questo forte interessamento della città di Siena a Norcia e alla Valnerina. Diversi sono i motivi: Siena e Norcia hanno dato i natali a due dei sei patroni d’Europa, Santa Caterina e S. Benedetto; a Siena, poi, è molto forte l’influsso del monachesimo benedettino, basti pensare alla figura di S. Bernardo Tolomei, senese doc, fondatore della congregazione benedettina di Santa Maria di Monte Oliveto; anche Siena è stata colpita da una serie di terremoti tra il 1466 e il 1467; da ultimo, l’attuale arcivescovo della città toscana mons. Antonio Buoncristiani è nato nell’archidiocesi di Spoleto-Norcia (a Cerreto di Spoleto) dov’è tuttora residente nel comune di Sellano.

«Non è una mostra classica – ha detto Daniele Pitteri, direttore del Santa Maria della Scala -, ma un’esposizione documentale che ha l’obiettivo del recupero delle opere d’arte custodite nelle chiese distrutte dal terremoto. Ha un forte valore civico (testimonia la grande capacità dell’uomo di intervenire nelle emergenze) ed etico (queste opere sono nate per stare a contatto con le persone e là, una volta restaurate e recuperate le chiese, devono tornare)». Nel percorso della mostra – nove opere sono accolte nella Cripta sotto il Duomo e venticinque nel Santa Maria alla Scala – vari filmati mostrano il recupero dei pezzi d’arte dalle chiese crollate da parte dei Vigili del Fuoco: Basilica S. Benedetto e Concattedrale di Santa Maria a Norcia, chiesa di S. Pellegrino, Abbazia di S. Eutizio, chiesa della Madonna Bianca ad Ancarano, chiese di S. Salvatore e S. Andrea a Campi, chiesa della Madonna della Pietà a Preci, chiesa di Castelluccio, chiese di Collescille e di Abeto.

Soddisfatto ed emozionato l’arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino mons. Antonio Buoncristiani: «Io vengo da lì – ha detto ai presenti – sono nato nella Chiesa di Spoleto-Norcia, quella è la mia terra, lì sono le mie radici e sono ben lieto che la città e la Diocesi dove oggi svolgo il mio servizio episcopale contribuiscano a ridare speranza al bellissimo territorio della Valnerina». Mons. Boccardo ha ringraziato gli organizzatori per aver allestito la mostra a tempo di record. «Presentare queste opere ferite – ha affermato – equivale a dire che la storia continua, che la speranza non viene meno, che ripartire è possibile. Qui ci sono alcuni dei monumenti della fede della nostra gente e anche a nome loro vi ringrazio per quanto farete per il loro recupero così che, terminata la ricostruzione, possano tornare a disposizione della popolazione, là dove gli antichi le avevano pensate per rendere gloria a Dio». Paolo Iannelli, Soprintendente speciale unico per le zone dell’Italia centrale colpite dal terremoto, ha portato i saluti e la soddisfazione del ministro Dario Franceschini per la mostra. Poi, ha aggiunto: «È un bell’evento che ci dà fiducia, che ci aiuta a non dimenticare queste terre. Spero nascono altre iniziative simili. Come istituzioni abbiamo bisogno di collaborazione e vicinanza, non ci aiutano invece polemiche e slogan».

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