Trasporti, i conti non tornano, la Regione: “Il Comune di Perugia ha già avuto molte risorse”

Il Comune di Perugia prova a battere cassa, la Regione risponde picche. Sulla presunta rivendicazione di 19milioni di euro per i trasporti da parte dell’amministrazione Romizi, la replica di Palazzo Donini è secca: “Il Comune di Perugia ha già ottenuto molte risorse”.

La giunta di Palazzo Donini affida a una lunga nota tutte le precisazioni. “Le affermazioni degli esponenti della giunta comunale – si legge nella nota – farebbero presupporre una rivendicazione di risorse per il solo Comune di Perugia superiore all’intero ammontare dello stesso Fondo”.

“Va precisato – prosegue il comunicato – che il Fondo regionale trasporti, per l’anno 2014, ha avuto una dotazione di circa 100 milioni di euro. E’ attualmente in corso un confronto fra Regioni e Governo per valutare l’impatto dei tagli per quattro miliardi di euro alle Regioni e verificarne le ricadute sui principali fondi a disposizione delle Regioni, a cominciare da quelli sanitario e del trasporto, tagli che potrebbero determinare una ulteriore contrazione di risorse”.

La giunta regionale sottolinea che anche qualora per il 2015 fosse confermata la stessa dotazione per il Fondo del trasporto pubblico locale, “va considerato – che ben 36 milioni di euro sono già impegnati per il servizio del trasporto ferroviario regionale svolto da Trenitalia nell’ambito del contratto di servizio con la Regione. Servizio che interessa in maniera considerevole i collegamenti da e per Perugia. A questi si devono aggiungere altri 7 milioni di euro destinati a finanziare il servizio del trasporto ferroviario sulla rete ex Fcu. Altri 7 milioni di euro sono destinati ad adempimenti del contratto collettivo nazionale del personale del trasporto pubblico. Dei restanti 50 milioni del fondo, ben 27 vengono assorbiti dal trasporto pubblico su gomma extraurbano, sulla base dei contratti di servizio di cui capofila sono le Province di Perugia e Terni. Tutti gli importi, va considerato, sono comprensivi di Iva”.

Facendo altri calcoli la giunta evidenzia che “per l’intera Umbria la quota del Fondo di competenza della Regione è inferiore a 25 milioni di euro. La quota di accesso a tali risorse per il Comune di Perugia è di circa 7 milioni (pari al trenta per cento circa di questa quota) e ciò in base a criteri stabiliti d’intesa con tutti i Comuni, a cominciare dal Comune di Perugia, che condividono non solo con la Regione, ma anche tra di essi motivazioni, criteri e ragioni per accedere a quote diverse da quelle stabilite in normativa”.

“Nel redigendo Piano regionale dei trasporti e del Piano di bacino – continua la giunta – è in corso una ridefinizione della quota, sulla base di dati aggiornati. Si ricorda inoltre che la Regione Umbria è stata la prima ad inserire anche i servizi di mobilità alternativa tra quelli che possono accedere al Fondo trasporti, nella legge regionale 5/2012”.

Quindi l’affondo sul Comune di Perugia che, a detta della Regione, “ha ricevuto ingenti risorse negli ultimi anni a sostegno di molteplici finalità, dal Minimetro, al biglietto Unico Perugia, ad agevolazioni tariffarie a favore di studenti universitari, persone disabili e categorie socialmente deboli, per un totale di circa 20 milioni di euro. Non va nemmeno dimenticato che il Comune di Perugia è uno dei principali azionisti di Umbria Mobilità, società per la quale la Regione Umbria in questi anni si è fatta carico di assicurare il trasporto pubblico regionale e la tutela dei lavoratori della azienda, anticipando significative somme che vanno al di là della quota azionaria della stessa Regione”.

“A fronte di quanto detto – conclude la Regione – davvero mal si conciliano le richieste degli amministratori comunali che potrebbero lasciar pensare essere solo frutto di qualche grossolano errore di calcolo. Sarebbe quindi opportuno usare più attenzione e cautela nel rendere affermazioni riguardanti la gestione del Fondo del trasporto pubblico regionale. Infine, va ricordato che la Legge di stabilità varata dal Governo impone a tutti scelte di razionalizzazione e rivisitazione della spesa storica, pena la perdita di parte degli stanziamenti, scelte che non possono essere addossate ad altri livelli istituzionali. Ciascuno dovrà dunque concorrere al raggiungimento degli obiettivi che il Governo ha chiesto a Comuni e Regioni, e questo è ciò che la Regione, per la sua parte, sta facendo con la sua legge di bilancio”.

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