Turismo in Umbria, segnali positivi da sostenere con misure strutturali
PERUGIA – Si consolidano i segnali di ripresa del turismo umbro, che deve però misurarsi anche con il dilagante fenomeno del sommerso turistico. Occorre quindi insistere su azioni strutturali di promozione e, su un piano diverso, affrontare la giungla delle locazioni brevi, utilizzando anche gli elenchi delle strutture parallele che vendono camere in rete, che Federalberghi è in grado di mettere a disposizione di tutte le amministrazioni territoriali, nonché delle autorità investigative competenti, che desiderano fare luce sul fenomeno.
Questi i temi al centro dell’Assemblea di Federalberghi della provincia di Perugia, che si è svolta nella sede Confcommercio di Perugia.
“Se oggi i dati sul movimento turistico ci fanno tirare un sospiro di sollievo è merito anche delle campagne di promozione e comunicazione messe in atto dalla Regione come reazione all’emergenza.
Quello che fa davvero ben sperare è il confronto con il 2016, almeno nei suoi primi sette mesi, prima che il sisma gelasse l’economia turistica umbra, costringendola ad un drammatico “punto e a capo” che ha interessato tutta la regione. A tutti questi dati vanno peraltro aggiunte le cifre di agosto, che dovrebbero incidere ancora in senso positivo.
Ora – hanno detto gli imprenditori del settore nel corso dell’Assemblea Federalberghi Confcommercio – non bisogna far calare l’attenzione sul comparto: gli interventi non devono essere emergenziali ma strutturali; gli strumenti istituiti per il confronto tra pubblico e privato devono essere attivati in modo non rituale ma efficace e costante.
Abbiamo avuto la prova che se si investe nel comparto, il comparto risponde. E i vantaggi ricadono su tutta l’economia umbra”.
All’incontro hanno partecipato il presidente di Federalberghi della provincia di Perugia Simone Fittuccia e il presidente di Federalberghi Umbria Vincenzo Bianconi.
UMBRIA: IL MOVIMENTO TURISTICO IN CIFRE
L’Assemblea Federalberghi ha analizzato i principali indicatori statistici, ma non solo. Grazie alla consueta rilevazione condotta su un campione di alberghi nell’ambito del Progetto Benchmarking, Federalberghi dispone di dati economici significativi: nei primi sette mesi del 2018 il ricavo medio per camera è aumentato del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2017, che però aveva segnato un calo del 5,8% rispetto all’anno precedente. Vero termine di paragone, anche su questo fronte, è il 2016, che aveva segnato una crescita dell’11,2, ma il segnale è comunque positivo e va sostenuto.
Lo stesso trend si registra sul fronte del movimento turistico regionale. Nei primi sette mesi dell’anno, gli arrivi in Umbria sono aumentati del 19,23% e le presenze dell’11,93%, rispetto allo stesso periodo del 2017.
Si accorcia la distanza con il 2016, anche se si è ancora lontani dai risultati di quell’anno, visto che la variazione percentuale, negli stessi primi sette mesi dell’anno, rileva per il 2018 un -5,83% degli arrivi e un -4,09% delle presenze.
I principali comprensori turistici sono, infatti, ancora in sofferenza. Ad eccezione dell’Orvietano, dove il confronto è positivo anche rispetto al 2016 (+4,16% per gli arrivi e +3,2% delle presenze) e per il comprensorio di Assisi, nel quale la risalita è più debole (+0,24% delle presenze e ancora -0,62% degli arrivi rispetto al 2016), ma sempre molto significativa.
Quanto alla consistenza del settore, mentre è pressoché invariato l’offerta turistiche alberghiera, nonostante le enormi difficoltà di questi ultimi anni aumenta ancora quella extralberghiera, con un + 6,58% dei posti letto e soprattutto +20% delle attività registrate nei primi sette mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
IL PESO DEL SOMMERSO TURISTICO IN UMBRIA
Il sommerso turistico pesa come un macigno sulle attività umbre che operano nella legalità. In soli due anni, tanto per fare un esempio, gli alloggi umbri in vendita sul solo portale Airbnb sono aumentati dell’80,5% contro il +78,35 della media nazionale.
La ricerca Federalberghi, presentata nei giorni scorsi al ministro del Turismo Centinaio, ha censiti 8.345 alloggi in Umbria solo su Airbnb, contro le complessive 4.091 attività alberghiere ed extralberghiere registrate dalla Regione Umbria come Offerta turistica del Comuni umbri (dati 2017).
Ecco i dati relativi ad alcuni Comuni umbri.
Assisi: 409 attività alberghiere ed extralberghiere censite dalla Regione Umbria nel 2017 – 1136 strutture rilevate dall’indagine Federalberghi sui principali portali di prenotazione (agosto 2018) – 835 alloggi registrati solo sul portale Airbnb.
8 Comuni del Trasimeno: 518 attività alberghiere ed extralberghiere censite dalla Regione Umbria nel 2017 – 1754 strutture rilevate dall’indagine Federalberghi sui principali portali di prenotazione (agosto 2018) – 1330 alloggi registrati solo sul portale Airbnb.
Perugia: 400 attività alberghiere ed extralberghiere censite dalla Regione Umbria nel 2017 – 1924 strutture rilevate dall’indagine Federalberghi sui principali portali di prenotazione (agosto 2018) – 1272 alloggi registrati solo sul portale Airbnb.
Spoleto: 160 attività alberghiere ed extralberghiere censite dalla Regione Umbria nel 2017 – 723 strutture rilevate dall’indagine Federalberghi sui principali portali di prenotazione (agosto 2018) – 518 alloggi registrati solo sul portale Airbnb.
Orvieto: 208 attività alberghiere ed extralberghiere censite dalla Regione Umbria nel 2017 – 634 strutture rilevate dall’indagine Federalberghi sui principali portali di prenotazione (agosto 2018) – 481 alloggi registrati solo sul portale Airbnb.
Todi: 115 attività alberghiere ed extralberghiere censite dalla Regione Umbria nel 2017 – 667 strutture rilevate dall’indagine Federalberghi sui principali portali di prenotazione (agosto 2018) – 531 alloggi registrati solo sul portale Airbnb.
Gubbio: 198 attività alberghiere ed extralberghiere censite dalla Regione Umbria nel 2017 – 489 strutture rilevate dall’indagine Federalberghi sui principali portali di prenotazione (agosto 2018) – 346 alloggi registrati solo sul portale Airbnb.
“Dall’analisi delle inserzioni presenti sul principale portale – afferma Federalberghi Confcommercio – emergono quattro grandi bugie che smascherano la favoletta del gestore che accoglie l’ospite in casa propria”.
– Non è vero che si tratta di forme integrative del reddito. Sono attività economiche a tutti gli effetti. Più della metà degli annunci (il 62,22%) sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi, con casi limite di soggetti che gestiscono più di 4.000 alloggi.
– Non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare. Più di tre quarti degli annunci (il 76,88%) si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno.
– Non è vero che si tratta di attività occasionali. Quasi due terzi degli annunci (il 64,58%) si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi l’anno.
– Non è vero che le nuove formule tendono a svilupparsi dove c’è carenza di offerta. Gli alloggi sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali.
LA DENUNCIA DI FEDERALBERGHI
Il consumatore è ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività e del mercato. Si pone inoltre con tutta evidenza un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza.