Umbria Mobilità, il M5S all’attacco: “Criticità nel bilancio e nella manutenzione per le infrastrutture umbre”
PERUGIA – “Nessuno ha risposto alle nostre interrogazioni su Umbria mobilità e nessuno dell’azienda ha potuto fornirci i dati che abbiamo chiesto. La situazione dei conti è aggiornata al 2014 e non si sa nulla del 2015. Nell’audizione in commissione ci hanno detto che la situazione contabile è migliorata, sulla base del fatto che il tribunale ha riconosciuto il diritto di incassare i debiti dalle società, fra cui Roma Tpl, che devono molti milioni di euro a Umbria mobilità.
Ma su nove milioni di debito, Roma Tpl ha pagato 150 mila euro”: lo ha detto la consigliera regionale M5S, Maria Grazia Carbonari, stamani in una conferenza stampa tenuta a Palazzo Cesaroni, insieme al suo capogruppo, Andrea Liberati, sulla situazione di Umbria mobilità.
I due consiglieri Cinquestelle – riferisce un comunicato del consiglio – hanno affermato tra l’altro che “la Ferrovia centrale umbra rischia di chiudere entro pochi giorni perché mancano le risorse per la manutenzione o non sono state correttamente impiegate. Abbiamo fatto interrogazioni e richieste di accesso agli atti, ma nessuno risponde.
Siamo costretti a gettare il sasso nello stagno affinché qualcuno apra un’indagine e la porti avanti fino alle conseguenze necessarie, per scoprire come sono state impiegate le risorse. La magistratura non arrivi a casse ormai svuotate, perché non servirebbe più”. “Le conseguenze di tale situazione – ha detto Liberati – sono sotto gli occhi di tutti: treni che viaggiano a 20 o a 40 chilometri orari, interi tratti ferroviari chiusi per il dissesto e l’impossibilità di effettuare i lavori di messa in sicurezza. I lavori tanto decantati nel tratto fra Perugia Ponte San Giovanni e Sant’Anna non sono mai partiti, nessuno vi sta lavorando, ma sembra evidente che ci siano grossi problemi di sicurezza ferroviaria. La presidente Marini dovrebbe dire con chiarezza quale è il problema della sicurezza ferroviaria, quali sono i termini dell’accordo con le Ferrovie dello Stato e chiedere conto di decine e decine di milioni che sono stati spesi, ma è come se non fosse accaduto nulla e nessuno dice niente”.