Umbria Mobilità, cinque indagati per truffa e falso
PERUGIA – Si indaga per falso e truffa aggravata nell’indagine condotta da Polizia e Guardia di Finanza coordinata dal Pm Emanuela Comodi. Cinque gli iscritti nel registro degli indagati. Tra questi l’ex amministratore delegato di Umbria Mobilità Franco Viola e l’attuale presidente Lucio Caporizzi. L’indagine parte da lontano, ma ancora sono da chiarire molti dettagli. Soprattutto gli inquirenti vogliono capire meglio ciò che è avvenuto al momento del passaggio tra pubblico e privato.
Sotto la lente di ingrandimento ci sono in particolare i contributi assegnati per sanare i buchi di bilancio. Il sospetto della Procura è che ci siano state delle operazioni con soldi pubblici che presenterebbero delle contraddizioni. Naturalmente sono solo ipotesi investigative, anche se è verosimile che gli inquirenti abbiano in mano documenti abbastanza importanti. Soprattutto contabili. Per questo l’inchiesta viene condotta congiuntamente dalla Squadra Mobile della Questura di Perugia diretta da Marco Chiacchiera e dalle Fiamme Gialle del Comando provinciale della Finanza di Perugia. Gli uomini della Polizia di Stato si sono recati nella sede di Umbria Mobilità portando via numerosi documenti, mentre, contestualmente, le divise giallogrigie si sono presentate negli uffici della Regione uscendo con altrettanti documenti.
L’operazione di accertamento, disposta dalla procura della Repubblica di Perugia, riguarderebbe l’attività dell’azienda negli anni 2011 e 2012 in particolare la gestione dei fondi regionali devoluti a Umbria Mobilità.
La polizia avrebbe acquisito atti, documenti e anche alcuni computer. La lente degli investigatori si sarebbe concentrata in particolare particolare sul rapporto tra la SpA umbra, nata nel 2010 dalla fusione delle Aziende operanti sul territorio regionale: APM, ATC, SSIT e FCU e di proprietà appunto di Bustaia-Sita Nord, e una delle sue controllate: la IShTAR Società Consortile Arl con sede a Terni.
Acquisizioni sarebbe state fatte anche in alcuni uffici della Regione.
Sulla questione è intervenuto anche il Movimento 5 Stelle in consiglio regionale. “Il Movimento 5 Stelle dà il benvenuto alla Guardia di Finanza nella sede di Umbria Mobilità e negli uffici di BusItalia – scrivono Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari – Fonte di esecrabili buchi finanziari, nonché di autentiche voragini cui tutti i cittadini umbri sono stati chiamati a intervenire per il risanamento dovuto alle gravissime responsabilità di pochi dirigenti”. I due consiglieri evidenziano come “da anni il Movimento denuncia unamala gestio senza fine, fatta di troppi sprechi e di pericolosi, quanto antieconomici, intrecci tra un pubblico colabrodo e avidi privati”.
Secondo i due esponenti pentastellati, “tutto questo processo, proseguito per anni e decenni nell’indifferenza del regimetto umbro, ha comportato non solo il progressivo scadimento della qualità dei servizi per lavoratori, studenti e turisti, ma anche la devastante prevalenza della gomma sul ferro, come pure dimostra l’opaca svendita in atto della morente ex Fcu a Rete Ferroviaria Italiana, controllata da FS, ultimo segnale del naufragio definitivo delle politiche trasportistiche regionali. Anzi – aggiungono – possiamo ben dire che, 46 anni dopo la costituzione della nostra Regione, la situazione generale al riguardo sia solo peggiorata, come indica lo sfascio generale delle infrastrutture e dei relativi servizi in Umbria”.
“Il Movimento 5 Stelle – concludono – aveva già inviato alle Autorità competenti un primo esposto in merito alla gravità delle condizioni di Umbria Mobilità: per questo non possiamo che rallegrarci delle verifiche odierne in atto. È ora che sia fatta piena luce”.