Umbria Mobilità, scatta lo sciopero. I sindacati: “Cattiva gestione, poco personale, stipendi non pagati”
Cattiva gestione, bassa dotazione organica e mancata corresponsione dei salari: per questi motivi scatto lo sciopero a Umbria Mobilità, con astensione dal lavoro per quattro ore il prossimo 25 agosto. Lo annunciano annunciano le segreterie regionale umbre di Filt-Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal, tramite i rispettivi segretari e responsabili Marco Bizzarri, Gianluca Giorgi, Stefano Cecchetti e Paolo Bonino.
“Qualche anno fa – ricordano i sindacati – il sistema di trasporto pubblico locale (tpl) in Umbria rischiava il collasso per la grave crisi finanziaria dell’azienda unica regionale Umbria Tpl e mobilità Spa a totale capitale pubblico. Erano a rischio centinaia di posti di lavoro e tutto il servizio umbro di trasporto pubblico di persone, che a sua volta avrebbe potuto annullare la possibilità per il cittadino di continuare a godere del diritto di mobilità tra territori, sancito dalla nostra Costituzione. Tutto il mondo sindacale si mobilitò assieme ai lavoratori e ai cittadini affinché venissero individuate le responsabilità e, soprattutto, si evitasse il peggio sul piano occupazionale. Furono chiamate in causa tutte le istituzioni proprietarie. La sola Regione Umbria intervenne per garantire continuità al servizio di trasporto pubblico locale ai cittadini e il posto ai lavoratori. Stiamo parlando di un’azienda pubblica e non di una banca. Inoltre venne diviso l’esercizio di Tpl, compreso quello su ferro che passò dapprima parzialmente e poi totalmente a Busitalia, dall’infrastruttura che da allora è rimasta carica di debiti residui della precedente gestione”.
“Se allora la Regione intervenne risolvendo, almeno in parte, i problemi – sottolineano le organizzazioni sindacali –, oggi invece non si sta comportando allo stesso modo con Umbria Tpl e mobilità Spa. A ciò si aggiunge la recidiva latitanza degli altri enti proprietari: infatti non vengono girati alla stessa i corrispettivi dovuti da gennaio e ci sono le casse aziendali vuote che non consentono il totale pagamento delle proprie spettanze ai dipendenti, malgrado i vari momenti di confronto avvenuti nei giorni scorsi in cui erano state date tutte le rassicurazioni”.
“Va aggiunto – spiegano Filt-Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal – che il 9 agosto era la data indicata per la consegna dei lavori (già in ritardo) per il ripristino della galleria Baldeschi; anche questo impegno non è stato rispettato e si allungano i tempi di fine lavori, con tutte le conseguenze negative che si avranno al servizio a settembre. Se poi si pone l’attenzione sulla gestione dell’infrastruttura ferroviaria ex Fcu, priva della giusta e necessaria manutenzione ordinaria da lungo tempo, ci si rende conto al degrado a cui si è giunti. Bene gli investimenti di risanamento previsti che coinvolgeranno Rfi, ma è netta la difficoltà per la gestione del periodo transitorio, per il quale c’è molto disinteresse, in particolare a danno degli utenti e dei dipendenti che sono ormai stanchi di operare con notevoli disagi a causa della bassa dotazione organica, a cui si aggiunge anche la mancata corresponsione dei loro salari”.