Umbria sempre più povera: giovani a rischio
Famiglie umbre sempre più povere. Di anno in anno, la situazione peggiora.
Del domani non c’è certezza e questo spaventa. Sono i giovani – secondo il VI° rapporto realizzato dall’Agenzia Umbria ricerche in collaborazione con l’Osservatorio sulle povertà nel territorio – a farne le spese maggiori.
Giovani con lavoro precario, costretti a rimandare anche la nascita di un figlio, fino a che non si sentono sicuri di avere un lavoro stabile.
Le famiglie sono cambiate, è cambiata e aumentata la povertà, anche per chi ha un’occupazione.
Nel corso degli anni il reddito medio dei giovani, prima più elevato rispetto agli anziani, è andato progressivamente assottigliandosi fino ad essere, a causa della bassa qualità e della precarietà del lavoro, inferiore del 20%.
Nel 2017 il 6,1% delle famiglie umbre è in grave deprivazione e l’8,6% ha una bassa intensità lavorativa, valori in calo rispetto al picco registrato nel 2015.
La povertà aumenta al crescere della dimensione familiare, soprattutto in presenza di figli.
È più elevata nel caso di giovani, stranieri o con un’occupazione precaria.
Per quanto riguarda i bisogni sono tanti coloro che si rivolgono ai servizi pubblici, cercando disperatamente aiuto.
Molti sono gli italiani in grave difficoltà che si rivolgono ai servizi sociali ed ai presidi pubblici costituiti in Umbria da oltre 70 uffici di cittadinanza e punti di contatto.
Il 70% di coloro che si rivolgono ai servizi sociali per necessità stringenti sono italiani, prevalentemente tra i 45 e 65 anni, poco scolarizzati, disoccupati e prevalentemente donne.
Gli stranieri in gravi difficoltà intercettati dai servizi sociali sono per la maggior parte madri, tra i 31 e i 45 anni, senza lavoro e con basso livello di istruzione.