Università a Terni, a rischio i corsi di Economia, Ingegneria e Scienze dell’Investigazione
TERNI – “Non c’è più tempo da perdere”. L’Università a Terni sta vivendo un momento drammatico. L’Associazione culturale per Terni città universitaria lo fa presente da tempo, ma adesso la situazione è davvero degenerata. Sull’orlo del baratro il futuro dei corsi di laurea in Economia, Ingegneria e quelli narnesi di Scienze dell’Investigazioni, tutti a rischio chiusura.
“Il Consorzio universitario – fanno presente i membri dell’Associazione con il loro presidente, Ing. Attilio Luccioli – non dispone più delle risorse necessarie per stipendiare i ricercatori e quindi mantenere intatti i tre corsi di laurea. La cifra che occorre si aggira intorno a 520.000 euro.”
Il futuro dei corsi di laurea per tutti gli studenti iscritti a Terni comporterebbe il loro trasferimento nella sede di Perugia.
“L’esperienza dell’Università a Terni – lanciano come grido d’allarme – rischia di tornare a rivivere quanto accaduto anni fa per Scienze Politiche, quando gli studenti iscritti al corso ternano si sono ritrovati, dall’oggi al domani, senza più sede, costretti a sostenere gli esami a Perugia, con tutto il relativo trasferimento – talvolta problematico – dei loro documenti nel capoluogo umbro. Molti laureandi affermano che alcuni esami non sono stati loro convalidati. Motivo per cui gran parte degli studenti si sono laureati più tardi del dovuto (andando inevitabilmente fuori corso).”
Ad aggravare ancor più la situazione dell’Università a Terni, è il calo degli iscritti. Come ricordato dall’Associazione, nell’anno accademico 2015-2016 si è registrato un crollo del 17% frutto anche della situazione di estrema incertezza che si vive in questo momento.
I numeri fanno riflettere: nell’anno accademico 2009/2010 gli iscritti totali all’Università a Terni erano 3.178. Nell’anno accademico in corso sono i iscritti solo 2.172. Una cifra che fa segnare un crollo del -17%.
L’Associazione culturale “Per Terni Città Universitaria” giudica ormai improcrastinabile l’intervento urgente della Presidente della Regione, Catiuscia Marini, titolare della delega all’Università.
“Nonostante quanto finora denunciato già prima di Natale – continua la nota – sulla questione si è registrato soltanto un silenzio assordante da parte della Presidente stessa. Ora serve innanzitutto chiarezza, ma occorrono anche risposte e soprattutto piani per potenziare la realtà universitaria ternana.
L’atto d’indirizzo, deliberato dal Consiglio comunale, che impegna il Sindaco e Giunta a creare una fondazione per il Polo universitario entro il 31 maggio, non ha ancora prodotto risultati: e la scadenza è dietro l’angolo. Purtroppo sono passati mesi, ma tutto è ancora come prima.
Il Sindaco di Terni – anche in qualità di Presidente del Consorzio universitario – è chiamato a compiere passi decisivi per non disattendere l’atto d’indirizzo e per dare un futuro all’esperienza universitaria ternana. Gli stessi consiglieri comunali – di maggioranza innanzitutto, ma anche di minoranza – sono chiamati a compiere atti concreti, ormai improcrastinabili.”
A rappresentare un altro rischio che si affaccia all’orizzonte è la possibile soppressione del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia a Terni.
“Se, infatti, in Umbria – spiega l’Associazione – si costituisse un’unica Azienda Universitaria Ospedaliera– come già si sta ipotizzando – tutti gli studenti iscritti al Corso di Medicina e Chirurgia potrebbero essere costretti a trasferirsi a Perugia per seguire le lezioni e per sostenere gli esami, oppure, in alternativa, abbandonare il corso. Questo quadro negativo che si prospetta per l’Università a Terni diventa ancor più drammatico se si guarda ad una riorganizzazione territoriale nazionale. Con l’ipotetica istituzione delle “macroregioni” cosa succederà all’università? L’Università potrebbe essere concentrata in un unico sito.”