Welfare, Marini a Spi Cgil: “Sisma ha accentuato fragilità, necessario lavorare insieme”
“La sfida del welfare è sempre più impegnativa per l’accentuarsi degli effetti della crisi economica e per il susseguirsi delle trasformazioni sociali che investono un mondo in continua trasformazione e sempre più globalizzato, da qui la necessità di proseguire il confronto con il sindacato su un percorso di lavoro comune, che dovremo continuare ed intensificare”: lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo all’attivo regionale della Spi Cgil “Generazioni e welfare, investiamo sul futuro” che si è tenuto, oggi, alla Sala dei Notari di Perugia.
Riprendendo i diversi temi affrontati negli interventi che l’hanno preceduta, la Presidente ha sottolineato “l’importanza di continuare sulla strada del confronto dialettico e di merito con il sindacato, a cui non mi sono mai sottratta, per realizzare un sistema di politiche pubbliche realmente capace di combattere le diseguaglianze, di sviluppare l’inclusione sociale e di rispondere in modo efficace ai nuovi bisogni emergenti lungo le diverse fasi della vita di una persona, anche individuando politiche nuove rispetto al passato. Per questo – ha ribadito Marini – è importante proseguire in quel lavoro di confronto e concertazione che in questi anni ci ha consentito di realizzare interventi importanti su temi fondamentali come quelli, ad esempio, della prevenzione, della non autosufficienza, dell’invecchiamento attivo della popolazione, del terzo settore. E in questo quadro, il nuovo Piano sociale regionale, di cui si sta definendo il percorso, dovrà essere il punto di ancoraggio di proposte e azioni per la programmazione, l’organizzazione e l’attuazione di politiche capaci di rispondere a nuovi e crescenti bisogni, facendo leva sul protagonismo degli attori sociali e sul ruolo dei Comuni e delle zone sociali come perno del sistema, in maniera omogenea su tutta la regione, prevedendo anche tavoli operativi che entrino nel merito dei diversi temi”.
L’operatività del sistema informativo regionale, per la prima volta – ha aggiunto Marini –, ci permette di conoscere, accanto ai dati sanitari, anche quelli relativi al fabbisogno sociale, dandoci così una fotografia puntuale della popolazione e dell’intero sistema del welfare umbro. Ciò ci consentirà di intervenire in maniera mirata sulla programmazione delle politiche regionali e sulla allocazione delle risorse, con un monitoraggio costante della situazione, mettendo ulteriormente a leva le risorse pubbliche attualmente derivanti dal Fondo sociale europeo , dal Fondo sanitario e dalla programmazione del Piano operativo regionale 2014 2020”.
Marini ha poi ricordato che il nuovo Piano introdurrà i Livelli sociali di assistenza e che il documento sarà, diversamente dal passato, meno orientato alla “governance”, definita a livello nazionale, e più indirizzato alla individuazione di misure ed interventi da attuare sia a livello di prevenzione che di risposta ai diversi bisogni di welfare.
Relativamente al “Prina” (Piano regionale integrato per la non autosufficienza), la Presidente ha sottolineato come “in questi anni le risorse sono state mantenute, sia a livello nazionale che regionale, consentendo così una programmazione più stabile” e come sul fronte della sanità “l’Umbria ha dimostrato di saper rispondere ai bisogni di salute della popolazione, con conti in equilibrio che hanno permesso di non gravare su imprese e cittadini”, mantenendo “costante l’impegno per il superamento delle criticità presenti nel sistema sanitario regionale”.
In conclusione, parlando dell’area del sisma, Marini ha detto che “il terremoto ha accentuato le fragilità di questa parte dell’Umbria. Qui – ha aggiunto Marini – intendiamo lavorare su un duplice fronte: quello immediato, in cui intendiamo mettere in atto politiche sociali transitorie per superare l’emergenza, e quello di maggior respiro che ha come obiettivo, accanto alla ricostruzione fisica, una ricostruzione sociale e inclusiva dove un ruolo fondamentale può essere svolto dal sindacato e dal terzo settore. Immaginiamo – ha concluso la presidente – un luogo di coordinamento, con il coinvolgimento dell’assessorato regionale, su una ipotesi anche di riorganizzazione della rete servizi di quell’area”.