Carcere di Spoleto, detenuto dell’alta sicurezza accoltella un poliziotto: “Occorrono subito 20 agenti”

Ancora un episodio di violenza contro un assistente capo della polizia penitenziaria in servizio alla casa di reclusione di Spoleto, che è rimasto ferito seppure in modo non grave. Un detenuto ha accoltellato al collo l’agente della penitenziaria con una lama rudimentale.  L’assistente capo è stato quindi portato al Pronto soccorso del San Matteo degli Infermi dove gli sono stati messi cinque punti di sutura per poi essere dimesso con una prognosi di dieci giorni. A ricostruire il fatto è Fabrizio Bonini, segretario del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe). “Nel carcere di Spoleto – denuncia Bonino –  si continua a operare al di sotto dei livelli minimi di sicurezza per la carenza di organico, occorrono subito 20 agenti”. Secondo la ricostruzione del sindacato un detenuto italiano, rinchiuso nel reparto dell’alta sicurezza, avrebbe fatto finta di sentirsi male per farsi aprire la cella dall’agente per poi aggredirlo con un coltello costruito dalla stesso detenuto. Siccome l’uomo aveva denunciato un malore, con l’assistente capo della penitenziaria c’erano anche altri poliziotti e il personale infermieristico. I colleghi della penitenziaria presenti all’aggressione sono riusciti a bloccare il detenuto e a soccorrere l’assistente capo. La carenza di personale – nel 2015 a Spoleto erano in servizio 342 poliziotti scesi nel 2020 a 240 – rappresenta una criticità che mette a rischio la stessa sicurezza degli agenti. A parere di Bonini gli stessi detenuti, soprattutto quelli più facinorosi, hanno piena consapevolezza di questa situazione.