Raddoppio ferroviario, i paradossali 20 anni di lavori nel tratto Spoleto-Campello. Forse nel 2022 il completamento.

Assomiglia molto al cantiere della Salerno-Reggio Calabria, un ‘opera che da oltre 20 anni non trova conclusione. Era il 2001 quando venne insediato il cantiere dalla Coop costruttori di Argenta ( Ferrara) che si era aggiudicata l ‘ appalto da 57,8 milioni di euro. Il contratto stipulato prevedeva  la consegna del tratto, quindi la fine lavori, nel 2006. Da allora è successo di tutto, a cominciare dal fallimento delle imprese interessate ai lavori. In un paese normale, anche di fronte a un fallimento, sarebbe inammissibile che accada una cosa del genere. Alla fine parliamo di un tratto di circa 10 chilometri, una distanza assai contenuta. Il raddoppio rientrava negli interventi di potenziamento della linea trasversale Orte-Falconara, volti ad incrementare e velocizzare i collegamenti tra regioni tirreniche e quelle del versante adriatico. In teoria un intervento strategico, almeno così  era stato spiegato. Con il raddoppio ferroviario del tratto umbro si sarebbe passati, assicurava Rfi, dagli attuali 4 treni l ‘ora nei due sensi di marcia a dieci. Una vicenda incredibile, difficile da spiegare: più di 20 anni senza concludere i lavori su un tratto di appena 10 chilometri. Ora Rfi ( rete ferroviaria italiana) ha deciso di seguire direttamente i lavori. Assicurano che nel 2022 sarà tutto finito, forse. Un fatto sicuramente paradossale, in contrasto con il comune modo di lensare e con le più  elementari norme del buon senso. Inaccettabile sul piano logico, pratico e morale.