La Pontevecchio rischia di sparire. Patron Monsignori: “Al massimo faremo la Seconda”

In questa società sono passati allenatori importanti, primo tra tutti Serse Cosmi, ma il tutto (due le Coppe di Eccellenza conquistate oltre che diversi campionati) rischia di divenire un lontano ricordo. Gianni Monsignori è un personaggio piuttosto loquace ma quanto a dichiarato nell’edizione odierna del Nuovo Corriere Nazionale in un’intervista realizzata da Roberto Mattia rischia di far rumore e non poco. Il vulcanico patron rossoverde, ancora molto amareggiato dopo il verdetto di domenica scorsa che ha visto la sua squadra retrocedere il Promozione per la prima volta nella sua storia (il Cannara ha vinto al 92′ al Degli Ornari sconfessando il fattore campo ed è questa probabilmente la cosa che deve aver fatto più male al presidente), non sarebbe intenzionato ad iscrivere la squadra, almeno in questa categoria. “Al momento la mia idea è proprio questa – ha detto Monsignori – al massimo far settore giovanile. Potrei giocare la Seconda per dare spazio ai giovani”. Questo calcio a lui non piace proprio e non ne fa mistero: “Lo sport deve essere divertimento. Almeno così non potrebbero farmi retrocedere”. Ma come si è giunti a questa consapevolezza? “Dopo tanti anni da dirigente posso dire di aver visto tante cose che non mi piacciono, ma in questa stagione si e decisamente oltrepassato il limite della decenza. Ovviamente la colpa è anche nostra ma credo che non esporsi contro il “palazzo” faccia bene se non si vuole retrocedere. L’ultimo episodio risale proprio a domenica, quando un guardalinee, davanti al commissario di campo, mi ha detto che sono vent’anni che rompo le scatole. A nche per questo siamo retrocessi. Inoltre non ci hanno dato nemmeno un rigore a favore e abbiamo subito un sacco di ingiustizie. Quindi potrei ripartire dalla Seconda Categoria così gli arbitri non potranno mandarmi giù. È impossibile giocare in quattordici contro undici. Non mi piace essere preso a pesci in faccia a quasi sessamt’anni”. Un fiume in piema il numero uno dei ponteggiani, che però si sofferma con grande onesta su cosa con ha funzionato sul piano tecnico, visto che la seconda retrocessione consecutiva non può essere soltanto frutto del caso: “È stata una stagione sfortunata sotto tutti i punti di vista. Prima il problema cardiaco che ha messo fuorigioco Bufi, poi il mal di schiena che ha limitato Gaggiotti che poi ha lasciato a dicembre (ha poi vinto la Promozione col Fontanellebranca ndr). In più altre situazioni che non sto qui a commentare perchè altrimenti risulterei troppo lamentoso”. Bisogna ora vedere se le parole di Monsignori siano dettate dall’amarezza per la retrocessione in una categoria come detto sconosciuta o dalla reale volontà di mollare; la speranza naturalmente che a prevalere sia la prima ipotesi onde evitare che una realtà importantissima per il calcio dilettantistico umbra possa scomparire oppure ridimensionarsi drasticamente.

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