Perugia, la storia di Drole: dalle fughe all’esordio in serie B
Il Perugia ha ripreso ad allenarsi oggi pomeriggio dopo tre giorni di riposo, con un unico intento: risolvere la crisi del gol. Sono solo tre infatti quelle segnate, di cui due con il Como all’esordio e una contro il Pescara nella giornata successiva. La soluzione potrebbe arrivare da un giovanotto di 18 anni da poco compiuti che già dal ritiro di Sarnano ha avuto l’opportunità di dimostrare le sue doti, fatte di velocità e tecnica. Basti pensare che sabato scorso Bisoli lo ha lanciato dal 1′ facendogli disputare l’intero match, durante il quale ha fatto letteralmente impazzire la difesa del Cesena risultando a detta di tutti il migliore in campo. Il suo agente Claudio Mosso ha raccontato a tuttomercatoweb la sua storia: “È un classe 1997 nato in Costa d’Avorio, arrivato in Italia perché fuggito dal proprio paese, purtroppo orfano e che si è trovato a Palermo, dopo aver girovagato. Lì è stato affidato ai salesiani e grazie a Massimo Tutrone, grande talent scout con la TF Palermo, lo ha accolto nella sua scuola calcio. Inizialmente per motivi di generosità ed ospitalità”. E proprio in Sicilia le sue qualità non hanno tardato a manifestarsi: “È un attaccante esterno che ha fatto diciotto anni ad agosto e che non aveva mai giocato in una squadra prima del Perugia. Ha fatto l’esordio con una divisa da calciatore in Serie B: è da un anno a Perugia, le procedure del tesseramento sono state giustamente lunghe. Ad agosto la situazione si è sbloccata, lo scorso anno ed in questa stagione si è allenato con la prima squadra e ora, dal 22 agosto, è a disposizione di Bisoli. Che lo ha già impiegato per tre volte: 15 minuti a Pescara, 30 con lo Spezia ed una gara intera contro il Cesena, dove è stato probabilmente il migliore con Rizzo”. Una storia particolare e difficilmente ripetibile: “Non ha fatto il settore giovanile – ha concluso Mosso -ha iniziato dalla B: gli spazi per crescere non mancheranno. Un conto è allenarsi ma non poter giocare, un conto è poterlo fare come adesso. È un ragazzo che parla inglese, francese, italiano, che vive ancora coi salesiani. È uno tipo Gervinho, un esterno velocissimo, esplosivo, di cui sono molto orgoglioso. In Italia arrivò dieci chili in meno, senza bagagli, senza niente e se è dove è, è merito di Cutrone che gli ha dato un posto dove dormire e da mangiare”. Ora che il giovane ivoriano si è ripreso in mano la sua vita e la sua passione più grande, il calcio, di certo non vorrà fermarsi ora e segnare i gol che daranno al Perugia i punti che si spera permettano ad esso di raggiungere i traguardi prefissati