Perugia, ora tocca a Bisoli. Ma senza ricambi è dura…
Anche per il Perugia il mercato si è chiuso. Con non poco amaro in bocca per gli obbiettivi sfumati proprio in extremis. Il risultato è una rosa un po’ corta rispetto alle attese e questo potrebbe creare non pochi problemi all’allenatore in un campionato lungo e difficile come quello della B. Mettiamo in preventivo squalifiche, infortuni e convocazioni in nazionale (a tal proposito Zima e Zapata non saranno disponibili per la prima di campionato) per una stagione che prevede ben sei turni infrasettimanali (si giocherebbe in media sei volte al mese) e arrivare almeno a gennaio con meno danni possibile rischia di diventare molto difficile. E ora che anche l’ingaggio di Hegazy è definitivamente sfumato, avendo quest’ultimo ceduto alle lusinghe dell’Al Ahli, squadra egiziana che gli ha fatto firmare un quinquennale, si rischia in pratica di vivere l’esatta situazione di un anno fa, quando la squadra partì bene per poi patire le fatiche a seguire. Soltanto da febbraio in poi la ripresa con il raggiungimento dei playoff. Se Roberto Goretti non sembra preoccuparsi più di tanto (“O prendevamo un big o nessuno”) non è dato sapere come la pensa mister Bisoli, che a più riprese aveva richiesto di allargare la rosa, specie per quanto riguarda il centrocampo. Toccherà a lui e ai preparatori atletici dare la carica al gruppo per stare sempre sul pezzo e non mollare mai almeno fino alla finestra del nuovo anno. Vediamo e analizziamo la situazione reparto per reparto. Voto 7,5 per quanto riguarda i portieri: ad un elemento di comprovata esperienza come Rosati è stato affiancato un elemento dalle doti importanti come Zima, già ampiamente dimostrato in questi primi impegni, ed infine un giovane promettente come Piacenti. Voto 7,5 anche al reparto difensivo, che si sarebbe tramutato in 8 con l’arrivo di Hegazy. Al confermatissimo capitan Comotto, all’ultima stagione da calciatore ma sempre di affidabilità assoluta, si sono aggiunti i ritorni di Rossi, tra i migliori in queste prime uscire, e Del Prete che avrà modo di riannodare il filo bruscamente interrotto nel gennaio scorso. A completare il quadro gli arrivi di Volta (fedelissimo del tecnico), Belmonte e Alhassan. Passiamo alla zona mediana, che ha visto i maggiori stravolgimenti. La valutazione è 6,5, perché è il reparto maggiormente scoperto e che è quello che sulla carta darebbe la minor garanzia di tenuta. Bene gli acquisti di Della Rocca e Salifu, così come quello di Spinazzola ed il ritorno di Rizzo, mentre un punto interrogativo è doveroso su Filipe e Taddei, inseriti da subito sulla lista dei partenti ma alla fine rimasti in organico. Potranno dare un contributo valido? Tutto da vedere, anche se l’esperienza è senz’altro dalla loro parte. Passiamo infine all’attacco. Qui si registrano le dolenti note. Voto 6, perché oltre Ardemagni, voluto ritornare a tutti i costi a Perugia, le incognite sono tante. Già, perché se il bomber milanese fosse colpito da un raffreddore come la mettiamo? Buona l’operazione Di Carmine, tecnicamente partner ideale dello stesso Ardemagni così come bene il ritorno di Parigini, che avrà ulteriore occasione di maturare dopo le buone cose fatte vedere lo scorso anno, ma poi? Certo, ci sono i confermati Lanzafame e Fabinho, ma non sono centravanti di razza. E a completare il reparto avanzato c’è un manipoli di giovani senza grossa esperienza (Drolè, Boscolo, Zapata, Pettinelli etc..) ma che di sicuro metteranno il loro entusiasmo e la freschezza atletica al servizio della squadra. Voto 6 anche al direttore sportivo Goretti che, dopo una buona partenza, non è riuscito, vuoi per alcune ragioni, vuoi per altre, a centrare obbiettivi che potevano essere vitali. E adesso si pensa al Como. Mai come in questo caso è fondamentale partire con il piede giusto