Ternana, parla ancora l’avvocato Proietti: “Chi è interessato si presenti con cognizione di causa”
Il tempo stringe. Il 15 giugno scadono i termini per presentare le garanzie per l’iscrizione al prossimo campionato ma la situazione sembrerebbe ancora lontana dallo sbloccarsi. Al portale Ternananews.it ha parlato nuovamente l’avvocato Massimo Proietti, facendo capire che più di un campanello d’allarme è sul punto di suonare.
Si parte facendo il punto della situazione: “Posso dire che abbiamo avuto molti, moltissimi incontri, circa trenta. Ma solo due imprenditori ci hanno dato l’impressione di essere seri, requisito necessario per acquistare un club”.
Sui nomi, Ferrero compreso (sarebbe fissato un incontro lunedì con il sindaco), il legale non si sbilancia: “Per riservatezza, purtroppo, non posso fare nomi”.
Si passa poi all’atto pratico. Chi vuole la Ternana si faccia avanti seriamente: “Vorrei proprio fare un appello: si sono presentati soggetti pronti a dare garanzie su tutto, ma solo a parole. Poi, nei fatti, hanno portato i soldi ‘del Monopoli’. Chi si fa avanti, lo faccia con cognizione di causa. Auspichiamo che visto il poco tempo smettano di presentarsi avventurieri, tanto i filtri che applichiamo sono molto rigidi, nell’interesse della solidità della ternana e della garanzia per il territorio”.
Astenersi perditempo quindi: “Chi non ha le risorse che servono, non si presenti neanche. Sì, non abbiamo tempo da perdere a discutere di chissà quale soluzione alternativa. La situazione è molto chiara”.
Proietti quantifica la somma che serve per gestire al meglio la società:”Diciamo che per andare avanti servono almeno 3 milioni l’anno. Chi li ha da spendere si faccia avanti e ne porti evidenza per fare trattative serie”.
Infine, la conferma del disimpegno dei proprietari uscenti: “La famiglia che finora ha garantito il sostentamento non è più in grado di andare avanti; posso confermare che copre tutti i costi di gestione fino al 30 giugno, dopo di che chi la vuole deve essere in grado di provvedere autonomamente ai costi di funzionamento della società che – ripeto – allo stato attuale sono quantificabili minimo in 3 milioni annui”.