A Terni un fiume di droga per un mercato fiorente. La vicinanza a Roma e spacciatori spregiudicati.
Terni sta diventando una delle piazze più fiorenti per lo spaccio di droga.Un’offerta che parte da una domanda forte, di tanti che alimentano il commercio. Lo stesso Procuratore della Repubblica Alberto Liguori ha confessato che ” malgrado le tante operazioni contro lo spaccio ” ancora c’ è molta strada da fare. Pensare di risolvere un problema così grande solo con più Carabinieri e Poliziotti è un’illusione. L’offerta nel mercato degli stupefacenti tende sempre a seguire la domanda. L’offerta esiste perchè c’è una domanda e la domanda c’è perchè corrisponde ad un bisogno la cui origine è psicologica e sociologica. E la domanda di droga, se non affrontata in maniera adeguata, continuerà a crescere. Non ci sono alternative a questo rapporto se si vuole mettere in sicurezza una generazione come quella di Gianluca e Flavio. Anche perchè non si può continuare a parlare solo di droghe “classiche”, non lasciando spazio a riflessioni sulle nuove droghe che possiamo trovare ovunque, a cominciare da Internet. Tutto questo va poi accompagnato dal lavoro delle forze dell’ordine, in quanto è noto che il mercato degli stupefacenti è in mano alla criminalità organizzata che spesso coinvolge gli stessi consumatori nell’attività di spaccio. Lo stesso Questore di Terni Roberto Massucci, sottolinea che ” non è solo un problema di polizia, la società civile ternana si deve interrogare su quello che accade “. Tra l’altro – secondo gli investigatori – dopo il lockdown la criminalità sta cercando di recuperare fette di mercato: ” La mia preoccupazione – ha spiegato sempre il Questore Massucci – è che viene spacciata una pasticca che brucia i neuroni a 5 euro”. Del resto Massucci si porta dietro una grande esperienza essendo stato dirigente del commissariato di “Primavalle” e , successivamente , ” San Paolo “. E sa altrettanto bene, come il Procuratore della Repubblica Alberto Liguori, che la vicinanza a Roma rende ancora più complicata la battaglia. Dalla Capitale arriva di tutto, ci vuole poco per costruire l’aggancio giusto per reperire “merce”. Poche migliaia di euro da investire e la piazza di Roma è perfetta per far lievitare i guadagni. Ci sono roccaforti dello spaccio spesso inattaccabili con intrecci criminali che toccano anche i clan di camorra e ‘ndrangheta, soprattutto fuori dal Grande Raccordo Anulare. A Roma c’è spazio per tutti perchè ,citando Romanzo Criminale, ” Roma non vò padroni”. Si trova Marijuana, hashish, cocaina,eroina, pasticche, basta fare un salto a Campo de’ Fiori, Centocelle, Ponte Milvio, Testaccio, Pigneto, solo per citarne alcune. E i prezzi sono modesti assai, dai 5 ai 10 euro per un paio di canne, ai 50 euro per fare una serata da sballo con gli amici a base di hashish e marijuana. Anche per cocaina, crack e eroina c’è la possibilità di acquistare dosi per tutte le tasche, dai cosiddetti “ventini” ( equivalente di 20 euro per uno 0,2 di sostanza stupefacente), sino a 50 e 80 euro ( equivalente di 0,8 o 1 grammo di sostanza stupefacente).Con 10 euro si acquistano pasticche e ketamina. Proprio questa vicinanza con Roma espone la città di Terni a rischi e pericoli pesanti, dalle conseguenze drammatiche. Non più tardi di quindici giorni fa , esattamente il 23 giugno scorso , la Polizia della Capitale , in sintonia con la locale Procura della Repubblica, ha arrestato otto persone tra Roma e Terni Gli arrestati facevano parte di un gruppo criminale che controllava il traffico di sostanze stupefacenti tra Montesacro, Tufello, Guidonia Montecelio e Terni. Per la Polizia c’era chi si occupava di rifornire la piazza del Tufello e chi immetteva cospicue quantità di cocaina e hashish sul mercato di Terni. Non sempre però è semplice portare avanti indagini complesse, anche perchè le tecniche di spaccio si sono affinate. Basta ricordare quando a Terni fu scoperto un pusher che si muoveva in bicicletta nelle vie del centro portando con sé modeste quantità di stupefacenti oppure l’operazione contro un gruppo di nord africani che nascondevano le dosi per i clienti nei buchi sui muri dei palazzi o nelle aiuole. Il problema non è tanto arrestarli ma tenerli in carcere, con una normativa che sicuramente non aiuta le forze dell’ordine. Negli ultimi tempi a Terni ci sono state diverse attività investigative che hanno trovato l’adesione convinta della Procura della Repubblica: era Natale del 2018 quando furono arrestati una trentina di pusher africani accusati di oltre 130 episodi di spaccio tra piazza Solferino e il parco Ciaurro; un anno fa i Carabinieri arrestano 19 pusher ternani e africani che avrebbero piazzato 20 o 30 chili a settimana di hashish , marijuana e cocaina; poco meno di tre mesi fa , in pieno lockdown, la Questura chiude l’operazione White Bridge con 16 arresti per spaccio di cocaina, eroina e droghe sintetiche ricavate da un mix di anfetamine e caffeina. Alla fine però il problema è un altro, come ricorda giustamente Giampaolo Nicolasi, responsabile della Comunità Incontro di Amelia.” Bisogna fare autocritica – sostiene Nicolasi – non è accettabile che il messaggio della prevenzione non sia forte e chiaro, che non si riesca a trasferire ai nostri giovani la consapevolezza delle conseguenze legate all’uso di sostanze, che come nel caso dei due adolescenti possono essere estreme. Oggi più che mai è necessario parlare alle fasce d’età più indifese e più a rischio, con il loro linguaggio. Dobbiamo ascoltare i ragazzi e loro devono ascoltare”.