Allarme vaccino, “Io, costretto alla dialisi senza ricevere il siero”. Tutto è vago, la protesta di un paziente ternano
” Per chi ha la mia patologia il Covid è un rischio terribile. Eppure siamo a marzo e ancora niente vaccino”. E’ il grido d’allarme di C. , 75 anni, che tre volte alla settimana passa la mattinata all’Ospedale di Terni per fare la dialisi. Un rischio alto per chi come lui è costretto a frequentare quasi quotidianamente una struttura sanitaria cosi imponente. Un grido d’allarme per i tanti malati costretti a fare dialisi negli Ospedali della nostra Regione senza poter essere vaccinati. Fare liste, dare priorità tra i vulnerabili è già orrendo ma finire in seconda fascia per ricevere il vaccino è molto grave. Il problema è sui tempi e sulle modalità, non chiare, con cui si sta programmando la somministrazione per i soggetti più a rischio. Il Lazio, ad esempio, ha deciso di dare priorità a tutti coloro che fanno dialisi nelle strutture sanitarie. Lo stesso Ministero della Salute, dopo la raccolta di 15 mila firme da parte di Aned, ha dato il via libera alle modifiche al nuovo piano nazionale di vaccinazione contro il Covid 19, garantendo percorsi prioritari per le persone più fragili, tra cui trapiantati e dializzati. Del resto chi è costretto a sottoporsi a emodialisi per tre volte a settimana ha fino a 4 volte più possibilità di morire, nel caso contragga il Covid. ” Una spada di Damocle – afferma Giuseppe Vanacore, presidente di Aned – che può essere spazzata via grazie alla protezione garantita dal vaccino”. Secondo uno studio condotto dalla Società italiana di nefrologia (Sin) oltre un terzo dei dializzati che si sono infettati è deceduto. ” Non esiste uno straccio di calendarizzazione , tutto è vago e nessuno, ribadisco, ci ha contattato”, denuncia il paziente ternano. Sicuramente è deprimente questa incertezza per una categoria che sarebbe dovuta essere inserita tra le priorità. Se alla fine qualcuno muore non si tratterà più di fatalità ma di qualcosa che poteva essere evitato.