Legambiente, Terni e Perugia tra le citta’ piu’ inquinate d’Italia. Sforamenti anche a Foligno e Castello.
Preoccupano assai i dati che arrivano sull’inquinamento delle nostre citta’. Lo stato di salute non e’ per niente buono anzi possiamo ormai parlare di livelli a forte rischio. Una volta l’Umbria significava qualita’ della vita alta, condizioni ambientali tra le migliori del paese e aria buona. Lo slogan del dopo terremoto 1997, girato in tutte le Tv nazionali, era “L’Umbria e’ bella e fa bene”, una volta tutti accostavano la nostra regione al “Cuore verde d’Italia”. Tempi lontani, tempi belli. Legambiente , nel suo rapporto annuale, denuncia che ozono e Pm 10 a Terni e Perugia e’ ormai a livelli molto preoccupanti.Ozono, ossidi di azoto e monossidi di carbonio sono ormai diventati i killer delle nostre citta’. Denuncia Legambiente: mancano i controlli dei Sindaci. Terni nel 2019 “ha avuto ben 47 sforamenti dei limiti di legge per l’ozono, facendo diventare la citta’ tra le piu’ inquinate d’Italia “. Il 2019 e’ stato un anno di forte arretramento, di sforamenti di ozono e di continui superamento dei limiti per le polveri sottili. Perugia ha superato i limiti per le polveri sottili dal 2010 al 2019 per tre anni. Tante le ragioni: dal traffico alle stufe, dai trasporti al riscaldamento. E non solo. Servono scelte strutturali, controlli veri e articolati. Invece i Sindaci pensano di cavarsela con una semplice ordinanza contro l’accensione di caminetti o bloccando il traffico per qualche ora. Poco piu’ di un paliativo, denuncia Legambiente. Il 2020 e’ partito ancora peggio dell’anno precedente. Dai dati in possesso dell’Arpa emerge che fino ad oggi si registrano 17 sforamenti a Terni, 15 a Citta’ di Castello, 13 a Foligno e 10 a Perugia. Un brutto inizio che ci proietta verso un anno ancora peggiore di quello precedente. Eppure in gioco c ‘e’ la salute della gente, il futuro dell’Umbria e una qualita’ della vita che rischia di avere ripercussioni pesanti. Dati che impongono una grande iniziativa delle istituzioni piuttosto che un silenzio che onestamente non trova piu’ alcuna giustificazione. Soprattutto nel giorno dove ad Assisi si parla di affrontare con coraggio la crisi climatica.