Medici umbri: “Santa Maria funziona ma è depotenziato”
Personale infermieristico e medico ridottto all’osso, posti letto che mancano e pazienti costretti al ricovero lungo il corridoio.
E poi l’alta specializzazione che fa le valigie e da Terni si dirige a Perugia. Sono i medici dell’Intersindacale medica umbra a tornare su problematiche diventate ormai urgenti. Il futuro dell’azienda ospedaliera ternana preoccupa ed ora i medici tengono banco e chiedono risposte alla Regione.
Secondo loro, è proprio dai vertici regionali che arrivano direttive ben precise per depotenziare la sanità ternana. Nonostante questo infatti il Santa Maria – dall’indagine effettuata dal quotidiano Sole 24 ore – nel 2013 è stato classificato all’8° posto in Italia a livello di efficienza, con un tasso di richiesta di risarcimento per danni da parte dei pazienti all’ospedale di Terni è tra i più bassi in Italia.
Cosa significa? Significa che l’ospedale funziona bene – grazie alle professionalità mediche sanitarie che ha – ma che si sta facendo di tutto per depotenziarlo e dequalificarlo. Eppure gli accessi lievitano.
Nell’anno appena trascorso, sono stati circa 50.000 gli accessi al Pronto Soccorso e circa 15.000 i ricoveri.
E tra pensionamenti e patologie trattate, per l’intersindacale umbra, non bastano solo 25 nuovi medici per garantire un’assistenza sanitaria adeguata all’utenza.
Nel piano dell’Intersindacale medica rientrano anche le realtà sanitarie di Narni ed Amelia.
Per i medici dell’Intersindacale gli ospedali periferici devono trattare le cronicità, il Santa Maria invece deve gestire gli acuti.
Una riorganizzazione quindi vera e propria alla quale anche il direttore generale, Maurizio Dal Maso, pensa da tempo.
L’Intersindacale passa poi all’appello: l’intervento della politica è necessario.
E quando parlano di politica intendono sia quella locale che regionale.