Terni, Questore Massucci: ” Un fiume di droga sul territorio”. Cinquecento tra arresti e denunce

Terni – Sul territorio ternano “esiste un preoccupante problema di larga diffusione di stupefacenti”, a dirlo è  il Questore di Terni, Roberto Massucci, il quale ha reso noto i dati relativi ai provvedimenti eseguiti nell’ultimo triennio, da tutte le forze dell’ordine , sul fronte spaccio.  “Ne registriamo 500 tra arresti, fermi e denunce – ha spiegato Massucci – un trend costante se non addirittura in aumento”.

 

Lo stesso Questore guarda con preoccupazione “a quanto accadrà  quando la diga del contenimento della pandemia verrà rimossa e si tornerà alla normalità “. Il rischio, ha detto, è quello che “si riversi un fiume sul territorio, perché a fronte della disponibilità di stupefacenti c’è una incredibile elevata domanda. Certamente c’è da fare un lavoro nelle scuole, che stiamo già portando avanti con il Comune con risultati molto positivi”.

 

Massucci, dirigente della Polizia di Stato con notevole esperienza e stimato dal vertice del Viminale, aggiunge che è “necessario correggere strutturalmente alcune situazioni di degrado della città  e implementare il progetto di videosorveglianza.  Forse dovremmo anche interrogarci se è necessario un aumento dell’attenzione sulle politiche giovanili e su come adeguare gli spazi della città alle esigenze dei giovani”.

 

Il Questore ha ricordato i dati proprio oggi in occasione della conferenza stampa relativa all’ultima operazione denominata “Caronte“, che ha sgominato una banda internazionale composta da 9 persone, 6 tradotte in carcere e 3 ai domiciliari. Dei 500 provvedimenti adottati 309 sono arresti, 188 denunce a piede libero. Di questi 461 sono uomini, 39 donne e 19 minorenni. Gli spacciatori provengono da ogni parte del mondo: molti italiani, tunisini, albanesi, nigeriani, romeni, pakistani, gabbiani, marocchini e senegalesi. É una situazione assai delicata e , a volte, drammatica.

“Lo dimostrano alcune inchieste – ricorda il bravo Questore di Terni- come quelle fatte su alcuni casi di overdose e altre riguardanti minorenni. Il fenomeno è estremamente diffuso, ci sono tanti spacciatori ancora a piede libero e scampati alle maglie dei controlli organizzati dalle forze dell’ordine”.  Lo stesso Procuratore Alberto Liguori, appena dopo il caso dei due ragazzi di 15 e 16 anni, Gianluca e Flavio, trovati morti nelle loro rispettive abitazioni, dopo aver comprato “15 euro di metadone” da un pusher di 41 anni, parlò di ” responsabilità collettiva”. Liguori ricorda spesso la grossa operazione di Polizia dove vennero individuati più di duecento episodi di spaccio e che portò all’arresto di una trentina di pusher: “Li abbiamo trovati che vendevano stupefacenti agli alunni delle scuole medie. Temo che non abbiamo capito il mercato della droga, dovevamo indagare di più sul mondo dei giovani “.

La responsabilità “è sociale”, ricorda il Procuratore, evidenziando di aver riscontrato tra i giovani una grande “dimestichezza con il mondo della droga. Il web è una grande invenzione, però non ci sono filtri alle informazioni che vi si reperiscono e un adolescente, di fronte all’argomento droghe, può non avere la capacità critica per gestirle”.