Smantellamento sanità pubblica, proteste a Todi-Marsciano e Spoleto: tagli e carenza di personale
Continua ad essere un’estate bollente non solo per il caldo. La sanità in Umbria continua a destare preoccupazione per i tagli e la carenza di personale. La realtà mette a nudo ogni giorno le tante criticità del sistema sanitario umbro che rischia sempre più di essere in mano ai privati. Tra l’altro, non si intravedono progetti strategici capaci di portare ad un cambio di rotta. Anzi, ritardi e carenze sono sotto gli occhi di tutti: servizi intasati da liste di attesa interminabili che molte volte costringono i cittadini a rivolgersi al servizio privato con una buona parte costretta a rinunciare alla possibilità di sottoporsi a visite ed esami. Ritardi negli screening di prevenzione, assenza di un progetto sociosanitario sul territorio fino alla mancanza di personale. Il rischio è il “naufragio” sanitario. Nelle ultime ore sono stati i comitati per la difesa dell’ospedale della Media valle del Tevere a chiedere una svolta soprattutto sul versante dei servizi ospedalieri. E’ stato chiuso il Punto nascita e mancano, ad esempio, i servizi della Terapia del dolore per carenza di medici anestesisti che si ripercuote anche sulla chirurgia. Dalle 20 della sera non c’è l’anestesista e gastroenterologia funziona a singhiozzo. Tutto ciò è stato ribadito al direttore sanitario della Usl Umbria 1, dottor Sicilia, e al direttore del presidio ospedaliero, dottor Giuseppe Vallesi. Per i comitati erano presenti Alvaro Grossi per Marsciano, Paolo Ferracchiati e Maurizio Pierdomenico per Todi. Altre proteste a Spoleto, la città è pronta alla mobilitazione se la Regione non ripristina il Punto nascita. Al momento l’unica certezza è che nella città del Festival non si può nascere e del reparto di Pediatria non c’è nessuna traccia. A Spoleto non sarebbero previsti posti letto per Pediatria ( 10 invece sono quelli assegnati all’ospedale di Foligno per il ricovero in urgenza o programmato di pazienti di età da 0 a 14 anni) ma solo attività assistenziali per consulenze di Pronto soccorso h12, dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì e attività specialistiche in regime ambulatoriale. Nel frattempo in tutta l’Umbria continuano le iniziative per impedire lo smantellamento degli ospedali e della medicina del territorio. Il personale sanitario, comitati spontanei e sindacati promettono di dar battaglia per difendere “quella ricchezza inestimabile” che è il Servizio sanitario nazionale, chiedendo a tutti di unirsi nella mobilitazione “perché quando si parla di salute si parla di tutti”. Un campanello d’allarme è stato lanciato anche dalla procuratrice regionale della Corte dei Conti, Rosa Francaviglia, che ha sottolineato “l’assoluta inadeguatezza dei controlli regionali sulle strutture private convenzionate e le notevoli criticità che non incidono unicamente sulla spesa pubblica, ma soprattutto sul diritto alla salute della collettività locale, diritto che rischia di essere seriamente compromesso e non soltanto da molteplici disservizi e dall’allungamento delle liste d’attesa”.