Tuoro sul Trasimeno, indagata bancaria: rimborsi per 140 mila euro di spese sanitarie non sostenute
Avrebbe falsificato ricevute fiscali e lettere di dimissioni per prestazioni sanitarie per lei e per sua figlia al fine di ottenere indebiti rimborsi dal Fondo sanitario integrativo al quale era iscritta, una ex dipendente di una filiale di Tuoro sul Trasimeno di un istituto bancario, in pensione dal 2013, che è stata denunciata. La guardia di finanza ha anche dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso su richiesta della Procura della Repubblica di Perugia dal Gip del Tribunale del capoluogo umbro, nei confronti della donna, che avrebbe ottenuto – nell’arco di un decennio – rimborsi non dovuti per un ammontare complessivo di oltre 140 mila euro. L’operazione aveva avuto origine – spiega la Procura – da una denuncia-querela presentata dal presidente del Fondo sanitario integrativo del gruppo bancario che ha segnalato una serie di anomalie riscontrate nel corso delle verifiche sulle pratiche di liquidazione relative alle richieste di rimborso presentate dall’indagata, quali, ad esempio, la regolarità della frequenza e degli importi elevati delle richieste di rimborso o la ricorrenza dei professionisti che avevano svolto le prestazioni e della case di cura dove erano avvenuti i ricoveri. Le successive indagini investigative condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno consentito di risalire a 28 ricevute fiscali presumibilmente false, emesse dal 2013 al 2022, risultate tutte apocrife, in quanto disconosciute dai medici a cui erano state artatamente attribuite, e di 21 lettere di dimissioni rilasciate per l’ottenimento del rimborso della diaria giornaliera per ricoveri mai avvenuti o di durata inferiore rispetto a quella indicata nella certificazione prodotta dall’interessata. Il Gip, sulla base dell’impianto probatorio, ha ritenuto sussistere il reato di denuncia di un sinistro non accaduto al fine di conseguire il rimborso previsto da un contratto di assicurazione.