FOLIGNO – Premio della critica alla rassegna nazionale di teatro educativo “Il Gerione”, svoltosi nel mese di maggio a Campagna (Salerno), per gli alunni della scuola secondaria di primo grado “Giuseppe Piermarini” che hanno presentato lo spettacolo “Young Frankestein”, un libero adattamento del musical di Mel Brooks. Il lavoro è il risultato dell’attività di laboratorio teatrale in lingua inglese svolto durante l’anno scolastico e coordinato dalla docente di lingua inglese Oriana Ricci, con la consulenza di Teresa Rospetti, esperta di coreografia che hanno curato anche le musiche, i costumi e le scenografie. Ecco la motivazione della giuria: “Il musical, tratto dalla famosa parodia di Mel Brooks, ha impegnato i ragazzi nell’utilizzo contemporaneo, equilibrato ed efficace della lingua inglese e italiana. La messa in scena è stata gestita in modo brioso e leggero con interpretazioni credibili e con un consapevole utilizzo del corpo e dello spazio scenico”. Con il premio della critica, i partecipanti del laboratorio teatrale hanno vinto la possibilità di un soggiorno a Campagna, in occasione della tradizionale festa de “La chiena” prevista alla fine di luglio.
La rassegna teatrale “Il Gerione” proponeva ai partecipanti un tema di particolare valore educativo: “il mio nome è NESSUNO–si è sempre straniero per qualcuno” e il contenuto dello spettacolo presentato dai ragazzi della Piermarini è stato ritenuto pienamente coerente con la tematica assegnata. Il protagonista dell’opera non è tanto il dott. Frankenstein, ma il “Mostro”, il prodotto della sua abilità chirurgica e voluto dalla sua estrema ambizione. Il “Mostro” è un essere che, a causa della sua particolare fisicità, suscita solo paura, non ha neanche un nome e a lui ci si riferisce come la “creatura” o addirittura “la cosa”; un essere che viene subito percepito dalla comunità come un’anomalia, un diverso e, senza preoccuparsi di conoscerlo e capire, viene immediatamente percepito come un elemento alieno, sconosciuto, fonte di pericolo. In quanto tale, deve essere allontanato e, possibilmente, eliminato. Ma nel corso dell’opera, il dott. Frankestein si pente di quanto ha fatto e del dolore che ha causato alla sua “creatura” e lo aiuta, a rischio della sua stessa vita, a conquistare una identità, un doveroso riconoscimento sociale ed una conseguente inclusione nella comunità.
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