Adeguamento sismico nelle scuole: qual è la situazione a Terni?
TERNI – “Al momento non ci è dato di sapere (ma abbiamo presentato a questo scopo un’interrogazione urgente) se il Comune di Terni faccia parte oppure no di quel 66% di Enti locali umbri che non hanno risposto in alcun modo alla richiesta di accesso agli atti avanzata nei mesi scorsi da un’Organizzazione civica come Cittadinanzattiva, che giovedì 28 settembre ne ha presentato i risultati a Perugia, con uno studio sulla vulnerabilità degli edifici scolastici della nostra regione volto a valutarne la sicurezza strutturale e sismica”.
Questa la nota di Marco Celestino Cecconi (FdI-An).
“Al momento non sappiamo, insomma, se il Comune di Terni abbia voluto mettere in chiaro oppure no i rischi eventuali a cui sono esposte le scuole della nostra città. Qualora si fosse di fatto rifiutato, sarebbe gravissimo intanto sotto il profilo della trasparenza, dato che sarà pur vero che Terni, in questo, sarebbe in numerosa compagnia – a fornire i dati richiesti, in Umbria, sono stati solo il 34% dei Comuni mentre in Emilia Romagna, per dire, ad aderire ad un’identica indagine sono stati il 94% – ma resta il fatto che Terni, fra i tanti, non è un Comune qualunque bensì il secondo capoluogo della regione anche per estensione, demografia e popolazione scolastica.
Quello di cui intanto siamo certi, comunque, è che sul totale degli oltre 23milioni e 643mila euro stanziati per l’adeguamento antisismico delle scuole umbre a fronte dei terremoti incorsi dall’agosto dell’anno scorso (risorse diverse ed ulteriori rispetto a quelle stanziate per la ricostruzione delle tante scuole distrutte o troppo gravemente danneggiate), Terni ha chiesto e ottenuto finanziamenti soltanto per intervenire su un paio di palestre in tutto, 193mila e 500 euro per quella delle elementari Don Milani e 288mila e 500 per quella delle elementari Oberdan: 482mila euro, all’incirca un quarantasettesimo dei fondi disponibili.
Del resto, la posizione dell’allora assessore Bucari e del suo dirigente Pierdonati furono chiare (quanto opinabili) sin dalle prime battute dopo il sisma dell’agosto 2016, quando entrambi dichiararono che per le scuole ternane era tutto ok (mentre il PD a Perugia chiedeva verifiche a tappeto), dato che – spiegarono – solo il 10% degli edifici era stato costruito prima della legge antisismica del 1986: come se il problema fosse solo essere formalmente in regola e non, piuttosto, verificare che le scuole fossero in linea con i criteri di sicurezza più avanzati.
Ad un anno di distanza – con assessore e dirigenti andati nel frattempo fuori gioco per le note vicende giudiziarie – a Terni la musica purtroppo non sembra essere cambiata. Sarà perché gli appalti per l’adeguamento antisismico non avrebbero potuto essere assegnati dal Comune (la procedura post-terremoto centralizza tutto) e questo magari ha reso la faccenda molto poco interessante per Palazzo Spada, in barba alla sicurezza dei nostri ragazzi. Sarà che le richieste avrebbero dovuto essere corredate ovviamente da adeguati progetti e di questi tempi a Palazzo Spada nessuno decide e progetta proprio niente. Sia quello che sia, con quasi 24 milioni di euro disponibili per l’Umbria, ne abbiamo chiesti meno di 500mila, un quarantasettesimo o giù di lì. E magari abbiamo anche negato a Cittadinanza attiva il diritto all’accesso agli atti, omettendo di fornire le informazioni richieste: all’opposto di un Comune di Perugia che, per esempio, ha fatto tesoro della collaborazione con l’Associazione, ricavandone stimoli preziosi di programmazione. L’ennesimo gravissimo esempio di non-governo di una giunta prigioniera di se stessa, colpevole di tenere in ostaggio un’intera città e persino i suoi figli più piccoli”.