Arrone, parco minerario Buonacquisto intitolato a Valentino Paparelli
ARRONE – Porterà il nome di Valentino Paparelli il parco minerario di Buonacquisto (Arrone), riscoperto pochi anni fa dalla Provincia di Terni in collaborazione con il Comune di Arrone e l’associazione culturale Buonacquisto Insieme. La cerimonia ufficiale di intitolazione si svolgerà domenica prossima nell’area del parco mentre stamattina in Provincia è stata presentata alla stampa in anteprima l’iniziativa della Provincia di Terni e del Comune di Arrone alla presenza del presidente della Provincia Leopoldo di Girolamo, della dirigente provinciale al turismo Donatella Venti, del sindaco di Arrone Loreto Fioretti, dell’assessore comunale alla cultura Giampaolo Grechi, della presidente dell’associazione Buonacquisto Insieme Emi Buzzi e della famiglia di Paparelli (presenti la moglie Franca de Sio e la figlia Silvia).
Soddisfazione è stata espressa dal presidente di Girolamo che ha definito l’intitolazione del parco minerario “un omaggio dovuto e sentito ad una grande personalità della storia recente ternana e umbra. Il giusto tributo – ha proseguito di Girolamo – che rinnova il valore di Valentino Paparelli e suggella il percorso di riscoperta della miniera avviato dall’amministrazione provinciale”. Anche il sindaco Fioretti ha manifestato compiacimento per la scelta di dedicare il parco a Paparelli. “Ha ragione il professor Portelli – ha osservato – che ha definito Paparelli un diamante dalle mille sfaccettature, un uomo che ha messo passione e competenza a servizio di un progetto e di un’idea. Il parco minerario e la sua riscoperta, grazie alla Provincia, sono una bella rappresentazione di ciò che Paparelli intendeva per recupero della storia e valorizzazione ai fini dello sviluppo, in questo caso turistico e culturale”.
“Il parco della miniera di Buonacquisto – ha sottolineato la dirigente Venti – è l’unico in provincia di Terni e uno dei pochi in Italia, rappresenta un patrimonio storico e umano di grandissimo valore. Ce ne accorgemmo subito quando, con il servizio di polizia mineraria, cominciammo a lavorare al recupero di quell’area. Una miniera che trasuda cultura del lavoro e storia di questo territorio e che in tre anni di esistenza (fu inaugurato nel 2013, ndr) si è ricavato un posto importante tra gli appassionati del settore e tra le scuole che sempre più spesso organizzano visite guidate. Per il suo grande fascino e per il valore testimoniale che incarna, il parco può davvero evolversi in qualcosa di grande interesse. Dedicarlo ad un uomo come Paparelli – ha concluso la Venti – significa aver compreso l’importanza della miniera e del lavoro che Paparelli stesso ha svolto durante tutta la sua vita”.
Valentino Paparelli nacque a Buonacquisto. Antropologo, grande esperto di turismo, fu direttore dell’Azienda di promozione turistica regionale, presidente dell’Associazione filarmonica umbra, docente di etnomusicologia all’università di Perugia. Infaticabile viaggiatore, ed alpinista (aveva partecipato nel 2004 anche alla spedizione italiana sul K2). Negli anni Settanta fu dedito alla riscoperta e alla raccolta dei canti popolari umbri, in particolare di quelli della Valnerina. La morte lo ha colto nel 2013, a 67 anni, mentre stava lavorando a un progetto per l’acquisizione e la digitalizzazione delle raccolte di musica popolare che aveva realizzato nel corso della sua attività. Con un registratore in tasca, fra il 1973 e il 1980 percorse in lungo e in largo il territorio ternano alla ricerca degli ultimi depositari della tradizione musicale umbra. Diversi motivi sono stati riproposti da Lucilla Galeazzi, avvicinatasi, ancora ragazzina, allo studio delle radici musicali umbre proprio grazie a lui e a Sandro Portelli. Ha lasciato un patrimonio inestimabile, conservato al Circolo Gianni Bosio di Roma, costituito da oltre 1300 documenti sonori e circa cento ore di registrazioni. Appassionato di musica e di montagna, è stato istruttore CAI di sci alpinismo (Scuola regionale umbra di alpinismo e sci alpinismo sez. CAI “G. Vagniluca” dal 2006) e ha partecipato alla spedizione organizzata dal Club Alpino Italiano al campo-base pakistano del K2 (5145 metri), per il 50° della “conquista” italiana della vetta (2004) e nel 2005 a una spedizione in Nepal, salendo al campo-base dell’Everest e sulla vetta del Kala Patthar (5600 metri). E’ stato inoltre socio fondatore dell’Associazione Stefano Zavka onlus, impegnandosi soprattutto nel programma “La montagna per tutti”.