Assisi, i rifugiati alla cena delle autorità

ASSISI – Oggi è la “Giornata nazionale in memoria dei migranti morti”, una giornata della memoria che impone di riflettere sul disumano fenomeno dell’immigrazione che sta producendo morte, violenza e dolore. È la giornata in cui è necessario lanciare un grido che ponga fine a queste atrocità prodotte da un odio cieco che non conosce umanità e misericordia. Uomini, donne e soprattutto bambini ogni giorno perdono la vita sulle nostre coste, vicino alle nostre case, nelle nostre case; sono nostri fratelli e sorelle che fuggono dalla guerra ma anche dalla miseria senza speranza generata dai cambiamenti climatici e dall’inequità globale, scappano dalle proprie amate terre a rischio della vita nella speranza di trovare un futuro dignitoso.

Per questo l’amministrazione comunale di Assisi si prepara ad un gesto forte, invitare alla cena di Gala, prevista dai festeggiamenti in onore di San Francesco i profughi ospitati nella città serafica. “Nostro dovere umano e universale – dicono dall’amministrazione –  è combattere l’indifferenza per costruire una cultura dell’accoglienza che non permetta più a nessuno di voltare le spalle o di chiudere gli occhi davanti a tanto dolore”. Anche per questo la Città di Assisi, sotto l’Amministrazione Proietti, ha deciso di promuovere, oltre alle politiche di inclusione, un gesto-segno in occasione della cena di oggi, 3 ottobre. Il convivio di accoglienza delle Autorità del Piemonte, regione che quest’anno offrirà l’olio a San Francesco, sarà per la prima volta  una grande festa in piazza aperta alla partecipazione della città, e tra coloro che sono stati invitati ci sono i rifugiati ospiti nelle strutture del  territorio comunale. Un’occasione che sarà simbolo di abbattimento di quei muri che spesso ci tengono lontani dalle situazioni di dolore, che spesso limitano le nostre azioni di misericordia. Un gesto-segno per fare inclusione vera, così come viene attuata nelle azioni concrete dell’Amministrazione di Assisi per la cura e la tutela dei più fragili”.

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