Auguri al presidente della Repubblica, il cardinale Bassetti: “Matterella mi fa pensare a La Pira”

“Mi associo a tutti coloro che hanno voluto esprimere un sincero augurio al nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In questo momento risuonano nella mia mente le parole di Giorgio La Pira, quando scriveva che la politica è sempre “un impegno di umanità e di santità”. Un impegno, cioè, che deve poter “convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità”. A me sembra, in altre parole, che per l’Italia – e forse non solo per essa, ma anche per l’intera Europa – questo debba essere il tempo della responsabilità e delle opere. Il tempo in cui tutti gli uomini e le donne di buona volontà diano il loro contributo per il bene del Paese, e dove la classe dirigente sappia fornire risposte concrete alle domande di aiuto che sorgono dalla società. Penso, in particolare, a tutte quelle donne e a quegli uomini che stanno perdendo ogni speranza nel futuro”.

E’ quanto scrive il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Ceu Gualtiero Bassetti sulle colonne del settimanale cattolico umbro “La Voce”, in edicola e online (www.lavoce.it) questo fine settimana, nel formulare al neo Presidente della Repubblica, a nome dei Vescovi dell’Umbria, “l’augurio che l’alto ufficio che ora intraprende sia ricco di frutti per il vero bene del nostro amato Paese”.

E sempre su La Voce, interviene anche il direttore, monsignor Elio Bromuri, che commenta l’elezione a Capo dello Stato di Sergio Mattarella con queste parole: “Meno male, una buona notizia; una scena pacifica, serena, costruttiva, un capolavoro di serietà, di efficienza ed efficacia. Gli italiani, in grande maggioranza, si sono sentiti uniti e rispecchiati, possono stare contenti: non c’è guerra. Ma c’è stata. Mattarella ha ricordato le Fosse Ardeatine e il piccolo Stefano: “Voglio ricordare – ha detto – un solo nome, Stefano Taché, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico alla sinagoga di Roma nell’ottobre del 1982. Aveva solo due anni. Era un nostro bambino. Un bambino italiano”.

Il Presidente, “oltre a questi due ricordi – scrive mons. Bromuri – non ha mancato di elencare problemi, difficoltà, pericoli, corruzione, chiamando le cose per nome e indicando vie di speranza. Ha parlato ai concittadini come se avesse davanti i loro volti, destando in molti convinzione ed emozione: “Dopo questo discorso mi sento più italiana” mi ha confidato un’amica. Lontani da questo sentimento si notano solo i seguaci della Lega e alcune frange del mondo cattolico tradizionalista che bollano come “catto-comunisti” anche i migliori tra i cattolici impegnati in politica, accusati di porre la Costituzione al di sopra del Vangelo. I Vescovi italiani e i nostri Vescovi umbri hanno manifestato la loro soddisfazione, motivata con convinta determinazione, come risulta dal messaggio del card. Gualtiero Bassetti, presidente della Ceu (pubblicato integralmente da “La Voce” in prima pagina, ndr). Cosa hanno apprezzato i Vescovi e cosa apprezziamo noi? Molto è stato detto: la persona di Mattarella, la sua storia familiare, la sua formazione cattolica, la sua idea politica”.

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