Blitz in Regione, Liberati (M5S): “I gruppi tirino fuori la documentazione”
PERUGIA – Su quanto accaduto venerdì in Regione, il Movimento Cinque Stelle interviene con una nota, firmata dal capogruppo, Andrea Liberati. Nella X Legislatura, prima seduta, 9 luglio 2015. Interviene così Liberati:“(…) L’Umbria neanche sfiorata dalle indagini, eccetera: non è vero perché qui dentro ci sono persone sotto indagine o sotto processo, e non sappiamo nemmeno chi siano, ma sappiamo che ci sono. E io dico, oltretutto, che c’è una cappa politico-giudiziaria su questa Regione, che continua in modo tenace a ottundere evidentemente la pubblica opinione, perché la pubblica opinione non sa quanto invece sia grave la situazione.
Questa cappa è pervicace, ma noi intendiamo liberarcene, semplicemente facendo cosa? Ve lo annuncio sin d’ora: cercando di capire quanti e quali magistrati hanno collaborato con voi, quanti e quali magistrati siete andati a trovare, con cui andate a cena, per capire meglio i commensali abituali. Basta!
Non è possibile che solo Umbria e Toscana siano state esentate dalla vicenda dei gruppi consiliari, la Guardia di Finanza dov’è stata? Quei comandanti che carriere hanno fatto? Allora torniamo un attimo alle menzogne (…)”.
Nella X Legislatura, terza seduta, 28 luglio. Interviene nuovamente lo scrivente: “(…) Per quanto riguarda poi i Gruppi consiliari, ci torno sopra: ho preso la rassegna stampa dell’epoca (che comunque io già leggevo naturalmente perché ero qua, in Italia, nel 2012) e vi chiedo dove mai siano, perché a me non risulta che ci siano, per buona parte dei Gruppi consiliari, fatture, ricevute, scontrini, poiché solo Stufara, all’epoca di Rifondazione, aveva dichiarato la disponibilità al riguardo e Brega ricordava di non avere il potere di imporre la pubblicazione ai Gruppi che sono autonomi. Si disse che le spese sarebbero state messe tutte sul web e dall’indomani sarebbero state disponibili su internet (27 settembre 2012), ma quando? La musica cambia e solo l’IdV della Provincia di Perugia tirò fuori scontrini e fatture: “Le fatture dei politici. Palazzo Cesaroni a carte scoperte”, ma ci si è limitati a mettere sul sito le spese generali senza le fatture. Messaggio obliquo alla Corte dei Conti dell’epoca da parte di alcuni Consiglieri regionali: “Tutti i dati sono sottoposti a controlli interni ed esterni, compresi quindi quelli della Corte dei Conti. Sia chiaro, c’è un discorso di privacy e dalle direttive inviateci in una nota dall’Ufficio di Presidenza non si può fare”. Nevi stesso era disposto a dare le carte solo alla Corte dei Conti e alla magistratura. Certamente! I partiti. “Ci sono gli archivisti, appunto – diceva Il Giornale dell’Umbria dell’epoca – quelli che mettono, come l’Italia dei Valori, tutto online, i tradizionalisti del PD, che chissà perché in rete la documentazione non la mettono e poi i futuristi, quelli dell’ex PDL, che a breve pubblicheranno i bilanci”. Non è mai ovviamente accaduto, io non ho saputo nulla al riguardo, né è stato trovato nulla sui giornali dell’epoca. Antonio Misiani (perso nello spazio, non so dove sia andato a finire), tesoriere nazionale del PD, dice: “Bisogna ammettere che al centro e nei territori ci sono state lacune nei sistemi di controllo”. (…) Ancora: “ci sono le fatture delle spese di rappresentanza”, ma ripeto che trasferte e missioni non sono state mai rese pubbliche”.
Alla fine della nota Liberati conclude così: “Abbiamo insistito anche nelle sedute successive. Fino allo sfinimento. Contro tutti. Contro vento. In totale solitudine. Siamo convinti che, dopo anni, ora finalmente esistano le condizioni per le quali anche in Umbria la Magistratura possa lavorare più serenamente, e speditamente, a garanzia di tutti. Di certe anomalie bastava solo parlarne. E riparlarne”.
“L’auspicio è che questa indagine sia solo l’anticamera di altrettanto approfonditi controlli, volti a cancellare l’opacità che connota l’azione dentro i palazzi della Giunta, dove, da sempre, pochissime persone gestiscono non milioni, ma miliardi di euro pubblici, a fronte di prestazioni e servizi spesso scadenti”.