Caccia, Atc Pg 2: ‘Zone ripopolamento e cattura’ una ricchezza

FOLIGNO – In vista dell’ormai prossima apertura della nuova stagione venatoria, domenica 14 agosto con la prova dei cani per la selvaggina cosiddetta stanziale, arrivano le parole del presidente dell’Ambito territoriale di caccia Perugia 2 (Atc Pg 2) Luciano Calabresi che traccia le nuove linee guida in temi di lanci di selvaggina. “Sotto la mia presidenza – afferma Calabresi – l’Atc Pg 2 ha puntato sulla qualità della selvaggina che si può ottenere solo attraverso funzionanti Zone di ripopolamento e cattura (Zrc) presenti nel territorio. La selvaggina catturata all’interno di queste zone, infatti, lasciata poi in territorio libero, è quella che può soddisfare a pieno le aspettative dei cacciatori. Senza nulla togliere ai produttori di selvaggina, sicuramente di eccellenza, gli animali delle Zrc, infatti, oltre a essere di elevata qualità, danno anche garanzia di riproduzione. Per questo, negli anni scorsi, abbiamo rivisto la politica delle Zrc, eliminando quelle infruttuose e istituendone altre in territorio vocato. In quest’ottica, sono già operative quindici Zone di ripopolamento e cattura e il prossimo anno verranno istituite altre quattro Zrc e due aree di rispetto”.
Nelle Zrc il futuro della caccia. “I cacciatori – prosegue il presidente dell’Atc Pg 2 – stanno sempre più comprendendo che un’area interdetta alla caccia, ma ben gestita dalle loro associazioni venatorie, costituisce una ricchezza per tutti. Qui si produce, infatti, selvaggina vera che viene poi immessa in altri territori e si diffonde anche in quelli limitrofi per irradiamento. Riteniamo che il futuro passi per la corretta gestione di Zrc di dimensioni contenute, 400/500 ettari, ben gestibili con modesti sforzi economici e risultati ottimi. Ciò permetterà anche di contenere le specie opportuniste e di coinvolgere i cacciatori nella gestione del territorio, su base volontaria, in tutto l’arco dell’anno”. “Questa – commenta ancora Calabresi – rappresenta anche una sfida per dimostrare che il cacciatore non é quello che spesso è stato descritto in passato ma il vero conoscitore del territorio e delle abitudini animali”.

I risultati. “Può mancare l’esperienza – conclude Calabresi – e la gestione è difficile ma abbiamo mosso i primi fondamentali passi che, sono certo, nel tempo daranno risultati importanti per i cacciatori e per tutti coloro che amano vedere selvaggina all’interno delle Zone di ripopolamento e cattura. In questa stagione venatoria auspichiamo di arrivare a una percentuale di lanci di selvaggina proveniente dalle Zrc nella misura del 60 per cento e per la prossima stagione venatoria contiamo di portare la percentuale di lanci all’80 per cento”.

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