Città di Castello, Marchetti (Lega) nella bufera per un post su Facebook
CITTA’ DI CASTELLO – “C’è un limite a quelle che sono considerate opinioni e a quello che deve essere il comportamento che ognuno di noi consiglieri comunali deve tenere, che è rappresentato dalla Costituzione della Repubblica Italiana, la quale garantisce la libertà di religione, la libertà di pensiero e l’uguaglianza tutti i cittadini. Ecco perché le parole del consigliere Marchetti nel post su Facebook del 21 aprile dopo l’ultimo attentato a Parigi sono inammissibili e difficilmente conciliabili con il ruolo istituzionale della presidenza della commissione Controllo e Garanzia”.
Sono le parole con cui, nelle comunicazioni che hanno aperto la seduta del consiglio comunale, il consigliere del Pd Mirko Pescari ha stigmatizzato il post pubblicato dal capogruppo della Lega Nord Riccardo Augusto Marchetti per commentare l’attentato agli Champs Elysees di Parigi del 20 aprile scorso. Nel commento, letto in aula dal rappresentante del Pd, si faceva riferimento all’esigenza di adottare provvedimenti per arginare la minaccia dell’integralismo islamico e garantire la sicurezza, con particolare riferimento alla difficile gestione della presenza delle seconde generazioni, cioè dei cosiddetti “cittadini europei islamici”. “Parole indegne che offendono me come consigliere, questo consiglio comunale e l’intera città”, ha aggiunto Pescari nell’auspicare “una rettifica” da parte di Marchetti, “che in caso contrario dovrebbe verificare la permanenza della rispondenza dell’esercizio del suo ruolo istituzionale con i principi dello statuto comunale che risultano palesemente violati”. “Mi chiedo – ha concluso Pescari – come si rapporterebbe, ad esempio, Marchetti in una discussione in commissione Controllo e Garanzia sul commercio ambulante e il mercato settimanale”.
Nel replicare all’intervento del consigliere di maggioranza, Marchetti ha precisato che il post è apparso sul proprio profilo privato, e non su quello pubblico, e ha escluso una rettifica sostenendo la libertà di esprimere il proprio pensiero. “Non rinnego mai quello in cui credo”, ha puntualizzato l’esponente della Lega Nord, nel sottolineare che i contenuti del post sono frutto degli studi universitari in Scienze dell’Investigazione e della Sicurezza. “il vero problema oggi se si vuole arginare il fenomeno dell’integralismo islamico è di pretendere reciprocità, che però non c’è, perché non sono libero di andare a costruire una chiesa in un Paese islamico e allora non vedo perché dovrei permettere di far costruire a Umbertide la terza moschea più grande d’Italia come state facendo voi”. “L’unico modo per arginare l’integralismo è di controllare tutti gli islamici presenti, ma non essendo possibile chiedo a voi come faremo quando toccherà a ai vostri figli o ai vostri parenti morire per mano di chi si sveglia la mattina per fare una mattanza”. Marchetti ha quindi ricondotto al “fastidio della maggioranza per una commissione Controllo e Garanzia che non può controllare è un attacco personale che non c’entra niente con il ruolo istituzionale che ricopro”. Dal capogruppo de La Sinistra Giovanni Procelli è giunta la stigmatizzazione delle posizioni della Lega Nord, condivise anche dal capogruppo di Castello Cambia Vincenzo Bucci, che però ha deprecato “l’attacco continuo alla commissione controllo e garanzia da parte della maggioranza”. “Se volete concordare gli argomenti, questo deve valere per tutte le commissioni”, ha aggiunto Bucci, cha ha ricordato il ritardo accumulato nella discussione in commissione Programmazione Economica sulla Mostra Nazionale del Cavallo.
“Fino a prova contraria ognuno scrive quello che gli pare”, ha sostenuto il capogruppo del M5S Marco Gasperi, che ha affermato: “invece di verificare quello che Marchetti fa nella sua sfera privata e quello che fa in commissione, diciamo che c’è proprio nei dibattiti nelle commissioni un ostruzionismo della maggioranza, come nell’ultima su Polisport”. “Gli attacchi alla commissione Controllo e Garanzia non vanno bene – ha detto Gasperi rivolgendosi ai consiglieri di maggioranza – perché anche voi avete la responsabilità di farla funzionare adeguatamente”. “Piena solidarietà a Marchetti, perché le idee non si processano, come questa Repubblica sta facendo con i vergognosi atti del presidente della Camera e del sindaco di Milano”, ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Lignani Marchesani, che ha stigmatizzato “la continua violazione dell’articolo 21 della Costituzione, che permette ad ognuno di esprimere le proprie idee, da parte delle massime autorità dello Stato che pretendono di processare le persone per l’espressione del proprio pensiero e per manifestazioni non autorizzate”. “Io non critico Marchetti per quello che ha scritto, è una sua opinione, ma il problema di fondo serio è quello del rispetto delle istituzioni”, ha detto il sindaco Luciano Bacchetta, nel puntualizzare che “chi presiede un organismo consiliare chiamato a prendere decisioni ha l’obbligo di garantire imparzialità assoluta”. “Abbiamo molti ambulanti provenienti da Paesi islamici che partecipano al mercato settimanale e che dobbiamo garantire, quando ad esempio saremo chiamati a pronunciarci sul nuovo regolamento comunale che ne disciplina lo svolgimento”, ha osservato il sindaco. “Il consigliere Marchetti sarebbe sereno nel voto?”, si è chiesto Bacchetta, che ha ribadito: “quando si ha una carica istituzionale non si può avere un atteggiamento fazioso”. “Reputo gravissimo l’intervento di Marchetti”, ha affermato il consigliere del Pd Luciano Tavernelli, che ha rilevato come “l’utilizzo dell’istituzione per apparire sui social calpesti il rigore amministrativo e la stessa attività istituzionale”. “Ciò che ha fatto Marchetti è razzista, discriminatorio, non democratico e non appartiene a questa istituzione”, ha concluso Tavernelli. A giudicare “scorretto” il tentativo di “tirare in ballo le idee di Marchetti per mettere in discussione la conduzione della commissione Controllo e Garanzia” è stato il capogruppo di Tiferno Insieme Nicola Morini, che ha condiviso la percezione di “un ostruzionismo della maggioranza al lavoro della commissione stessa, alla quale viene fatto mancare il contributo di domande sulle questioni sollevate”. “Detto questo – ha puntualizzato Morini – sono d’accordo nel sostenere la libertà delle idee finché non genera un’offesa e viene meno al rispetto delle regole condivise”.