Città di Castello, torna la fiera “Utopie concrete”
CITTA’ DI CASTELLO -Accelerare la conversione ecologica in Italia, partendo da tre ambiti fondamentali strettamente interconnessi: agricoltura, cibo e clima. Torna dal 3 al 6 novembre a Città di Castello la Fiera delle Utopie Concrete, laboratorio permanente per l’elaborazione e la trasmissione di esperienze, soluzioni e conoscenze di sostenibilità ecologica dell’economia e della società, fondato dal pacifista e ambientalista altoatesino Alexander Langer. Come da tradizione ormai ventennale, anche quest’anno la Fiera affiancherà all’analisi teorica l’applicazione pratica attraverso azioni concrete, coinvolgendo in prima persona le giovani generazioni del territorio altotiberino. In tal senso, è ripartito proprio in questi giorni il progetto che coinvolge gli studenti dell’IIS Polo Tecnico Franchetti Salviani di Città di Castello, e i cui risultati verranno presentati venerdì 4 novembre durante la Fiera. Un lavoro dedicato ai cambiamenti climatici, o meglio, a raccogliere, sistematizzare e analizzare le informazioni utili per capire come questi siano percepiti e compresi nel territorio dalle diverse generazioni.
“Il nostro Istituto – spiega la professoressa Liliana Mascolo – ha aderito da subito a questa proposta con la VB dell’indirizzo Chimico, proseguendo una collaborazione con la Fiera delle Utopie Concrete che già ci aveva visto lavorare al TGVerde nel 2013. L’iniziativa di quest’anno rientra perfettamente tra i temi che stiamo trattando in classe, visto che andremo a diplomare dei Tecnici di controllo ambientale, una figura nuova e qualificata che sarà sempre più importante per i privati e gli Enti pubblici”. Professionisti di domani che “si sono divisi in due gruppi – racconta Daniela Tellina, l’altra docente che sta seguendo la classe – uno che si occuperà della raccolta dei dati “storici”, e un altro che li analizzerà e utilizzerà da un punto di vista più scientifico. In questo modo riusciamo a coinvolgere tutti gli studenti, ognuno secondo la propria predisposizione”. La curiosità verso queste tematiche è alta, anche se – come sottolineano alcuni studenti – si tratta di questioni spesso percepite come distanti dalle proprie vite. “Io ho avuto esperienze lavorative nell’agricoltura biologica – racconta Anna – e per questo ho potuto cominciare a ragionare sul fatto che i cambiamenti climatici hanno una ricaduta importante anche nei nostri territori e nelle nostre vite, non sono qualcosa di estraneo a noi. Di sicuro è un tema che mi interessa e questo progetto mi aiuterà ad essere più consapevole”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Alice, che nel lavoro in classe farà parte del gruppo “scientifico”, perché “mi piace fare ricerca con il computer e lavorare sull’elaborazione grafica dei dati. Sinceramente non mi ero mai molto interessata a questi temi, ma avendone avuto l’occasione ho potuto saperne di più e mi sono resa conto di quanto siano importanti. Questo progetto sarà l’occasione giusta per saperne di più”.