Color Glass di nuovo in consiglio. Interpellanza di Castello Cambia
CITTA’ DI CASTELLO – Color Glass di nuovo in consiglio comunale a Città di Castello con l’interpellanza presentata nella seduta di martedì 29 gennaio 2019 dal gruppo Castello Cambia. Il consigliere Emanuela Arcaleni ha detto che “la dilazione della Conferenza dei Servizi, concessa perché l’azienda presentasse nuova documentazione, dovrebbe essersi ormai esaurita. Chiediamo che rimanga alta l’attenzione sulla problematica. Sia nell’incontro del comune che in quello del Comitato, i dubbi in sospeso sono più delle cose chiarite. L’assessore ha annunciato la richiesta di un parere al Ministero. E’ stato fatto? Abbiamo dubbi anche rispetto alla legittimità dell’istanza. Il Ministero ha già fatto nel 1994 le regole, suddividendo le industrie in prima e seconda classe, tutto ruota intorno a quale categoria Color Glass appartenga. Nell’elenco del 1994 ogni attività che produca biossido di titanio rientra nelle aziende insalubri. In un’interrogazione parlamentare è stata riportata una classificazione della Asl e della Regione. La parola chiave è salubrità o insalubrità. Dal primato della tecnologia a quello della lettere: produce o ricava biossido di titanio? Poi c’è la questione degli abusi edilizi, che attiene al comune: la diatriba sulla definizione di questi abusi è nota, è una tettoia o un manufatto di 190 metri quadri, che è stato definito il cuore dell’azienda dal dirigente dell’Urbanistica, perché contiene la vasca di lavorazione. La cosa fondamentale è con quale posizione il comune andrà in Conferenza dei servizi dal momento che i dati sembra che siano stati desecretati?”. L’assessore all’Ambiente Massimo Massetti ha detto che “Il Ministero ha competenza su una richiesta dell’Amministrazione e all’interrogazione parlamentare ha dato una risposta sulla base di quanto dichiarato da Arpa, regione Umbria, Asl, ma che noi ancora non abbiamo avuto. Ho scritto il 20 dicembre 2018 a vari soggetti tra cui i ministeri, la regione, l’Arpa per chiedere un parere sulla lavorazione insalubre a proposito di Color Glass. Dal governo mi aspetto una risposta e sembra che a breve arriverà. Sono fiducioso. Quanto all’interpellanza: la Color Glass è in fase di riavvio temporaneo di campionamento delle emissioni dell’impianto nell’iter di rinnovo dell’autorizzazione. L’azienda non ha ottemperato alle demolizioni ma ha fatto ricorso al Tar che con sentenza ha concesso la sospensiva dell’ordinanza, comunicando che la decisione di merito avverrà il 20 maggio. Al momento gli uffici hanno rigettato l’istanza di demolizione e ricostruzione della tettoia e sospeso i tempi dei procedimenti delle due sanatorie presentate. Non risultano nuovi dati relativi a Color Glass al nostro comune, nemmeno delle risultanze dei nuovi controlli. Non si hanno notizie di altri controlli effettuati da Arpa. La settimana scorsa abbiamo rivalutato la possibilità di posizionare la centralina presso gli uffici di Trestina perché non sembra ottimale per le condizioni tecniche. Sposteremo il luogo in modo da rendere più efficace la rilevazione. Il Ministero infine sostiene che, sulla base di quanto affermato dalla Regione Umbria, la ditta ha rinunciato all’aumento della capacità produttiva e alle modifiche impiantistiche per le quali serviva il Via. Il rinnovo non prevede modifiche né ai volumi né al processo né alle tipologia dei rifiuti. Essendo stabilimento esistente è esente da Via. L’Arpa ha segnalato che sulla base delle valutazioni svolte nelle diverse conferenze dei servizi che l’attività della ditta non consiste in una fabbricazione di biossido di titanio e quindi viene meno il discorso sulla azienda insalubre. Riconfermo che l’azienda in questo momento non lavora. Dobbiamo aspettare”. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha detto che “l’autorizzazione del 2007 è stata rilasciata dalla Provincia di Perugia con il parere del Comune. Non entro nel merito della insalubrità, attenzione a dare colpe al Ministero ma ristabiliamo le responsabilità, sono passati undici anni. L’insalubrità era in carico al Comune e la responsabilità sta in capo al sindaco per la salute pubblica, alla Provincia e in seguito alla Regione. Puntualizzo per evitare azioni legali”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha aggiunto “Anch’io trovo la risposta del Ministero pilatesca, come ha riconosciuto lo stesso deputato Riccardo Marchetti che ha avanzato l’interrogazione. Colgo un atteggiamento nuovo del Comune, anche se la richiesta al Ministero è tardiva. Il Comune si è incartato, partendo con un passo falso, cercando di recuperare anche con la maggioranza che ha proposto una mozione fallita sulla delocalizzazione, rimasta lettera morta per l’azienda. Quando una parte vuole avere ragione, fa ricorso alle carte bollate, come ha fatto Color Glass, sembra che va di moda. Anche la discussione del Comitato è stata bloccata e la politica rischia di non poter dare una risposta sincera. I Cittadini di Trestina hanno avuto il merito di sollevare un problema reale, dato che la ASL ha bloccato un forno per le emissioni non autorizzate e quando abbiamo fatto il sopralluogo per l’ampliamento l’azienda non lo disse al consiglio”. Nella replica Arcaleni ha detto di non essere soddisfatta “e probabilmente non lo sono neanche i cittadini; se il parere al Ministero fosse stato chiesto prima, non saremo qui. Quale parere porterà il comune in Conferenza dei servizi? Non si parla di delocalizzazione, prima che la ditta abbia ottenuto l’autorizzazione”. L’assessore ha aggiunto che “L’assoggettabilità a Via è scelta della Regione. La delocalizzazione non si pone se insalubre, nel caso va chiusa. Le autorizzazioni verranno date dagli enti preposti e mi auguro che il Ministero che ha una competenza indiretta ha anche il dovere morale di dare una risposta all’Amministrazione”.