Colussi, Ricci (Rp): “Il voto dei lavoratori è stato una barbarie sociale”
ASSISI – “Considero ‘un atto di barbarie’, una vera ‘macelleria sociale’, aver costretto, nel caso della crisi dell’azienda Colussi di Petrignano d’Assisi lavoratori a far votare
contro altri lavoratori”: lo afferma il consigliere regionale Claudio Ricci (Rp).
“Siamo tornati indietro di duemila anni – afferma – in epoca pre-cristiana quando alla dignità delle persone non si dava alcun valore. Spero in un intervento forte da parte della Chiesa locale. Certo dagli iniziali 125 esuberi siamo arrivati a 64. Taluni diranno che è meglio di nulla. Certamente. Ma tutti i lavoratori dovevano essere salvati dando
maggiori sostegni e incentivi (da parte di Governo, Regione e altre Istituzioni) all’azienda Colussi che sta facendo il possibile per il suo rilancio, in un momento molto complesso anche per il settore alimentare”.
“Invito i lavoratori – aggiunge – e parlo dei 64 ‘condannati da un tribunale del popolo’, a farsi sentire in Regione e presso il Governo, sperando che anche i sindacati escano dal loro torpore e facciano più una politica di sinistra. Lo dico da moderato, civico e liberale, perché questo non è accoglibile in una società che si dice civile. L’onore si raggiunge quando si lotta insieme, si vince insieme o si muore insieme. L’importante è che nessuno ci venga a raccontare, soprattutto nelle teoriche riflessioni domenicali, che in Umbria c’è la ripresa, come anche in settimana ho dovuto sentire. Ai 15mila posti di lavoro (secondo ISTAT) persi negli ultimi 10 anni in Umbria, se ne aggiungono 64, nel silenzio
assordante delle coscienze di molti”.