Coppie di fatto, Lombardini (Pd): “Il vero salto culturale, il matrimonio tra coppie omosessuali”
Daniele Lombardini, esponente della segreteria provinciale del Pd di Terni interviene sulla questione delle coppie di fatto. “Ha fatto bene il Movimento Cittaperta TerniDinamica a sottoporre all’attenzione del consiglio comunale di Terni la creazione del registro delle unioni civili – scrive Lombardini in una nota – L’iniziativa può essere l’occasione per riaprire un dibattito, di pari passo con quanto sta avvenendo in ambito nazionale, nel territorio provinciale”.
Lombardini sosteiene che “il vero salto culturale sarebbe l’introduzione della possibilità di contrarre matrimonio per le coppie omosessuali, dopo anni dopo di tira e molla su Pacs, Dico e DiDoRe, stavolta sembra finalmente sia la volta buona per un punto di arrivo. Senza incancrenirsi in una contrapposizione ideologica “muro contro muro” che in realtà spesso nasconde la non volontà politica di riformare davvero. O l’incapacità”.
L’esponente del Pd ritiene che “siamo davanti ad un rilancio di un percorso legislativo che, oltre a restituire dignità politica ad una tematica così importante, è necessario per dimostrare l’effettiva azione di rinnovamento che si sta portando avanti nel Paese: una prova di coraggiosa maturità non solo di una nuova classe politica, ma di tutti i democratici”.
“Il modello delle civil partership su cui il Pd sta lavorando (e che andrà in discussione entro l’anno) – aggiunge Daniele Lombardini – appare un buon punto di sintesi: le coppie omosessuali potranno iscriversi all’ufficio dello stato civile in un apposito registro dedicato alle unioni tra persone dello stesso sesso. In questo modo potranno usufruire degli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali sposate: reversibilità della pensione, diritto alla successione in caso di morte e la possibilità di assistenza negli ospedali e nelle carceri nonché di partecipare ai bandi per le case popolari”.
Lombardini rileva come “l’unico limite sarebbe quello di non poter chiedere un bambino in adozione, ma un partner potrà adottare il figlio dell’altro per garantire una continuità relazionale. Primi timidi (ma rivoluzionari) passi normativi di un giro di boa culturale”.
“Per andare avanti nel tentativo di costruire un’Italia realmente cittadina del proprio tempo, che poggi salda su delle comunità progressiste e tolleranti – conclude l’esponente della segreteria provinciale del Pd – urge andare oltre la paura di una società in difficoltà e superare sia il “fondamentalismo” di destra e la “prudenza” di sinistra”.