Covid, in Umbria misure su scuola, trasporti e centri commerciali. Didattica a distanza per il 50% alle superiori
PERUGIA – Contingentare le presenze nei centri commerciali, portare al 60 per cento la capienza massima per i trasporti pubblici e, grazie all’attivazione della didattica a distanza, al 50 per cento la presenza in aula degli studenti delle scuole superiori, sospendere l’attività per le sale scommesse: sono questi i punti chiave dell’ordinanza firmata oggi dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e che entrerà in vigore dal 21 ottobre per le scuole e i trasporti, dal 20 per i centri commerciali e sale giochi. Il tutto sino al 14 novembre.
I contenuti del provvedimento sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dalla stessa presidente Tesei, alla presenza della Giunta regionale. In apertura il direttore regionale alla Salute, Claudio Dario, ha inquadrato lo scenario relativo all’evoluzione della pandemia entro il quale contestualizzare il provvedimento.
“In questa fase ha senso confrontare l’indicatore dei ricoveri ogni 100 mila abitanti – ha detto Dario – In Umbria abbiamo 10 ricoveri ogni 100 mila abitanti, quindi il dato non ci colloca assolutamente tra le regioni con una situazione grave. Partendo da questo dato base, notiamo che l’evoluzione è quella di qualsiasi epidemia che, a un certo punto, inizia a crescere in modo esponenziale e dobbiamo quindi osservare che una percentuale, anche se bassa, va incontro a ricovero e questo, anche alla luce di quello che sta avvenendo in altri paese, ci permette di valutare ciò che potrebbe succedere nei prossimi giorni e nelle prossime settimane e quale potrà essere l’impegno delle strutture sanitarie”.
“Abbiamo previsto fino a un totale di 124 posti letto per le terapie intensive – ha detto il direttore Dario – e anche l’ospedale da campo. L’incremento delle terapie intensive segue un piano modulare con un aumento di nuovi posti in base alle necessità. Tutto ciò è stato previsto nell’ottica di voler mantenere il più possibile l’attività ordinaria degli ospedali e in particolare quella di screening”.
Concludendo Dario, dopo aver ricordato che l’andamento dell’epidemia è sovrapponibile in tutte le regioni, ha evidenziato che “l’unica possibilità è contenere i contagi”.
“Il virus – ha concluso – passa da persona a persona e in questo momento la trasmissione intrafamiliare è significativa”, quindi la via maestra non è nel tampone ‘salvifico’, ma nel rispetto delle regole, quindi uso della mascherina, lavaggio frequente delle mani, distanziamento.
E proprio per “raffreddare” la situazione epidemiologica, che in Umbria vede in salita la curva dei contagi, “abbiamo studiato una serie di misure restrittive che si aggiungono a quelle previste nell’ultimo Dpcm – ha detto la presidente Tesei – negli ambiti che riteniamo più a rischio. Quindi, interverremo tra l’altro sui centri commerciali, con provvedimenti condivisi con le parti, che prevedono entrate contingentate, misurazione della febbre e altre misure previste in un apposito allegato al testo dell’ordinanza. Prevista anche la chiusura della sale giochi, slot machine e sale bingo e la diminuzione della presenza degli studenti per ogni istituto delle superiori al massimo del 50 per cento, con il resto che potrà usufruire della didattica a distanza. Stesso provvedimento – ha proseguito – per l’Università che arriverà a tassi di percentuale di didattica non in presenza superiore al 70 per cento. Ed infine, siamo andati ad incidere sulla diminuzione della capienza massima del trasporto pubblico fino al 60 per cento invece dell’80 per cento previsto dal Governo, perché pur sapendo che le scuole sono luoghi sicuri, dobbiamo cercare di ridurre i contatti che si creano nei pressi degli istituti scolastici e nell’attesa dei mezzi di trasporto”.
“Chiedo l’ennesimo sforzo da parte degli umbri che hanno già dimostrato il grande senso di responsabilità e che saranno pronti, sono certa a seguire anche le nuove regole – ha concluso la presidente Tesei – Il tutto per scongiurare una nuova chiusura che avrebbe ripercussioni negative anche sull’economia della nostra regione”.
Nel corso dell’incontro è stato reso noto che si sta valutando la possibilità di somministrare attraverso le farmacie test rapidi agli studenti e ai familiari, mentre l’assessore regionale all’Istruzione, Paola Agabiti, ha annunciato che la Regione ha stanziato 200 mila euro per le scuole secondarie di secondo grado.
Altrascuola è voluta intervenire sull’ordinanza della Presidente di Regione Tesei con una nota: “Oggi la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei ha deciso di restringere le misure, enunciate ieri da Conte, con un’ordinanza che sarà in vigore dal 21 ottobre fino al 14 novembre. Si è focalizzata soprattutto sull’ambito scolastico e della mobilità pubblica, prendendo come riferimento i dati che riportano il 70% dei contagi nella fascia d’età tra i 14 e i 30 anni. A questo proposito, è stato stabilito che il 50% degli studenti utilizzeranno, alternandosi con la restante parte, la didattica a distanza. Saranno le scuole a dover decidere, a breve, come funzionerà la turnazione. Dichiara Matias Cravero, coordinatore di Altrascuola – Rete degli Studenti Medi Umbria: ‘La situazione con cui la Presidente Tesei si è dovuta confrontare fin da quest’estate era una situazione sì emergenziale, ma che non rappresentava più una novità. C’erano misure importanti da prendere e che abbiamo reclamato a gran voce per evitare di nuovo una chiusura generalizzata delle scuole e le innumerevoli difficoltà che la Dad ha comportato per tutti noi. Serviva non solo, come si è arrivati ora a fare, ridurre l’indice di capienza massima dei bus, ma anche investire in mobilità, acquistare nuovi mezzi, potenziare il servizio, abbatterne i costi. E i risultati di queste negligenze si sono poi visti, non solo nell’acuirsi del dramma sanitario, ma anche nel servizio manchevole che i cittadini hanno ricevuto’. ‘Bisognava fare poi un ragionamento di sistema sugli spazi insufficienti’, prosegue Cravero, ‘i quali rappresentavano un’emergenza anche prima del covid, e su cui è calato il silenzio per tutta l’estate salvo poi l’allarme lanciato da molte scuole del territorio a settembre’. Conclude: ‘Sono queste le risposte che le studentesse e gli studenti umbri non hanno ricevuto dalla fine dell’anno scolastico scorso, nel mentre si faceva loro la paternale sulla movida sfrenata: di questo silenzio oggi continuiamo a pagarne le conseguenze sulla nostra pelle in termini di lacune formative e sociali fondamentali negli anni dell’adolescenza’”.