Da Norcia, con Comunanza Agraria di Castelluccio, appello disperato dei Castelllucciani
riceviamo e pubblichiamo
di Roberto Pasqua, Presidente della Comunanza Agraria di Castelluccio di Norcia
Castelluccio e il suo borgo fatato. La nostra fortezza, il nostro tesoro. Il posto unico dove la meraviglia non incontra limiti. Dove lo stupore si affianca allo sbalordimento di cotanta bellezza. Dove gli scenari ammaliano. Il nostro posto per eccellenza, nostro perché di tutti noi, ma anche il suo, il tuo e il loro; di tutti quelli che lo frequentano, che lo corteggiano o ne tramandano la fama.
La perla dei Sibillini, lo scrigno dei nostri ricordi, il luogo dove abbiamo trascorso una vita. La notorietà raggiunta da Castelluccio travolge ogni confine: ad ogni latitudine di questo globo c’è qualcuno che lo conosce, che ne ha sentito parlare, che c’è stato in prima persona. I fotografi impazziscono quando mettono piede nella Piana, scattano foto a più non posso perché catturare un simile scenario sarà sempre un tradimento all’originale, indescrivibile; le persone qui entrano in uno stato di sbigottimento al contatto con la natura, così primitiva come Madre Terra l’ha plasmata.
Il luogo prediletto per pubblicità e videoclip musicali, tra cui quelli della cantante Chiara e dei Capitani Coraggiosi Gianni Morandi e Claudio Baglioni, per i film, per eventi di ogni sorta, non un caso la sua scelta da parte del Maestro Uto Ughi e del suo violino, le mostre d’arte lì assumono un sapore speciale perché si ritrovano circondate a loro volta di pura arte, il luogo delle ciaspolate invernali, delle primizie culinarie, di tante giornate in festa con la partecipazione di tutta la comunità, delle distese e dei tappeti di fiori che trasformano il Pian Grande nella tavolozza colorata del pittore più creativo e fantasioso, della fauna che silenziosamente abita questa meraviglia. Castelluccio rappresentava anche l’Italia intera nel mondo con le sue immagini all’EXPO MILANO 2015.
E ora? Qual è lo stato del luogo? Tanti edifici danneggiati, macerie, un lato intero del paese completamente piegato su se stesso. Un vortice di distruzione lo ha dilaniato dall’interno. Adesso è così indifeso. Con grande piacere, come rappresentante della Comunanza Agraria di Castelluccio, ho preso parte nel pomeriggio dell’11 febbraio all’incontro della cittadinanza promosso da Urbano Testa. Un momento molto importante per la frazione intera, nonché una lodevole iniziativa che vogliamo accogliere in pieno, sostenerla e portarla avanti.
Le preoccupazioni emerse nell’incontro sono le stesse che tutti noi proviamo, che non si stacchi quel cordone ombelicale che lega Castelluccio ai tanti proprietari di abitazioni nella frazione che, viste le attuali circostanze, potrebbero non aver più la possibilità di venire nel nostro borgo prediletto per diverso tempo, speriamo il più breve possibile. E dinanzi a tale timore dobbiamo prontamente essere attivi e farcene carico a livello istituzionale, con una compartecipazione con la Pro Loco di Castelluccio e la Onlus “Per la vita di Castelluccio di Norcia”.
L’idea che abbiamo in mente, e una proposta di progetto per il futuro, è la realizzazione di un mini villaggio, non cementificato e quindi a pieno impatto zero con l’ambiente, dislocato rispetto alla frazione, che sia in materiale perfettamente compatibile con il luogo e resistente anche al freddo invernale; nulla deve essere infisso al suolo, ma il tutto deve essere perfettamente rimovibile: come costruito per l’emergenza, un domani, quando non ce ne sarà più bisogno, dovrà essere rimosso senza lasciar alcun segno nel terreno e senza compromettere la natura del luogo.
Questo però teniamo a precisarlo: anche attraverso delle polizze assicurative, quando si potrà tornare nelle case del paese, il villaggio ipotizzato deve essere totalmente rimosso. Proprio a tal fine, al posto di un unico villaggio, si potrebbe optare con la delocalizzazione anche in più punti.
Ammettiamo che un simile progetto può destare delle perplessità: tuttavia vogliamoanche far presente che non si può ragionare dinanzi a ad una simile emergenza con l’ottica di ieri, in termini ad esempio di autorizzazioni, perché oggi con una simile calamità assistiamo alla realizzazione di strutture nel passato impensabili.