Distilleria, precisazione del servizio Autorizzazioni ambientali della Regione
PERUGIA – “La revoca dell’ordinanza di cessazione dell’esercizio di impianti delle Distillerie Di Lorenzo è stata adottata a seguito dell’installazione di una seconda pompa di alimentazione del sistema di abbattimento delle emissioni al camino (E1) e della riduzione della frequenza di lavaggio dell’elettrofiltro. L’installazione della pompa aggiuntiva ha ridotto di oltre il 50% il tempo di lavaggio, sceso da 10-12 minuti a 3-4 minuti. La riduzione della frequenza di lavaggio, da un minimo di 6 volte al giorno a un massimo di 3 volte al giorno, ha ridotto di oltre la metà il tempo durante il quale avviene il rilascio di emissioni senza che siano trattenute dal sistema di abbattimento”. È quanto precisa il dirigente del Servizio Autorizzazioni Ambientali della Regione Umbria, Andrea Monsignori, in merito alle preoccupazioni espresse nell’assemblea pubblica che si è svolta a Ponte Valleceppi, dove ha sede l’azienda, riportate da alcuni organi di stampa.
“Abbiamo prestato e continueremo a prestare la massima attenzione circa le emissioni. Dai primi dati trasmessi dall’azienda, nel periodo 10-26 febbraio, tale modifica – spiega – ha consentito di mantenere la media giornaliera del parametro polveri al di sotto di 15 mg/Nmc, a fronte di un valore limite prescritto con l’autorizzazione di 25 mg/Nmc, e di ridurre in maniera significativa i ripetuti superamenti dei valori medi orari che si riscontravano precedentemente anche al di sopra di 80 mg/Nmc e per i quali era stata adottata l’ordinanza di cessazione”.
“Le modifiche strutturali e gestionali introdotte – prosegue -sono risultate meno efficaci sulla riduzione del parametro monossido di carbonio (CO). Le prove di regolazione della combustione sono ancora in corso e la ditta è impegnata a registrare i parametri di processo”.
“Preme evidenziare – aggiunge il dirigente regionale – che l’ordinanza di cessazione del 23 gennaio era stata adottata a fronte della reiterata violazione del rispetto del valore limite per le polveri e della assoluta mancanza di interventi da parte della ditta in spregio alla diffida del 23 novembre. Inoltre, in relazione alle giuste preoccupazioni della cittadinanza per la tutela della salute, si sottolinea la differenza -fondamentale- tra le emissioni di polveri e le emissioni di monossido di carbonio. Le polveri o particolato fine (PM10 e PM2,5) sono emissioni inquinanti riconosciute dalle organizzazioni sanitarie come ‘agenti cancerogeni’”.
“Direttive comunitarie e leggi dello Stato – ricorda – stabiliscono obiettivi di qualità, valori limite di concentrazione dell’aria ambiente, quella che respiriamo, e di esposizioni giornaliere pari a 50 microgrammi/mc di valore giornaliero e un numero massimo di 35 giorni/anno di superamento o 40 microgrammi/mc di valore annuale. Anche se non abbiamo rilevazioni di qualità dell’aria nell’ambiente locale – rileva -, per le conoscenze e il monitoraggio della qualità dell’aria che viene continuamente effettuato a scala comunale si può ritenere che siamo ben lontani da tali valori limiti”.
“Il monossido di carbonio (CO) – spiega ancora Monsignori – è un gas che rapidamente si ossida e si trasforma in anidride carbonica (CO2), il principale ‘gas climalterante’, ovvero responsabile del riscaldamento globale del pianeta. I diversi valori limite che la legge stabilisce per gli impianti di combustione in ragione del combustibile utilizzato e della potenza installata sono quindi posti in ragione della tutela dell’ambiente al fine di contrastare il cambiamento climatico e mitigarne gli effetti devastanti”.
“Il Servizio regionale Autorizzazioni Ambientali, anche con il tramite di ARPA, l’Agenzia regionale di protezione ambientale – conclude -, continuerà a prestare la massima attenzione al rispetto delle condizioni dell’Autorizzazione Unica Ambientale, consapevole dell’apprensione che la cittadinanza può avere per un insediamento industriale posto a ridosso del centro abitato”.